Quarto giorno di sciopero della fame per gli allevatori bufalini, che da mesi protestano nel Casertano per il ritiro del piano di eradicazione della brucellosi e della Tbc e il cambio di rotta rispetto agli anni passati, quando sono state abbattute dalla Regione 140mila bufale, appena l’1% delle quali risultate infette con analisi post mortem. Oggi, oltre a Gianni Fabbris, portavoce del Coordinamento Unitario degli allevatori che sta scioperando dall’inizio, affiancato giorno per giorno da un allevatore diverso, nelle ultime 24 ore a fare lo sciopero della fame è stato Paolo Carlino, allevatore a Borgo Appio di Grazzanise, 54 anni, moglie e due figli; stasera sarà sostituito da Francesco Geremia, Segretario Generale per la Campania Nord della CNA (Confederazione Nazionale Artigiani). Proprio Carlino racconta la sua storia di allevatore da 50 anni di una antica famiglia di allevatori.
“ANIMALI CURIOSI, INTELLIGENTI E COMUNICATIVI”
“Non potete nemmeno immaginare cosa significhi e che dolore immenso sia per noi allevatori vedere andare al macello le nostre bufale, tantomeno potete immaginare cosa significhi sapere che nella maggior parte delle volte quegli animali che hai cresciuto fin da piccoli non erano positivi alla brucella o alla tbc. I miei figli – aggiunge Carlino – sono innamorati delle bufale. Mio figlio Velislav, venti anni, appena arrivato in Italia dalla Bulgaria se ne è subito innamorato; da sette anni prima di andare a scuola tutte le mattine va in stalla ad accudire gli animali. Martino, di 7 anni, appena ha iniziato a camminare è entrato in stalla, che oggi è la sua prima fonte di giochi. Come è accaduto a me da bambino e come accadrebbe a tutti i bambini del mondo non ci si può non innamorare di questi straordinari animali curiosi, intelligenti e comunicativi” conclude Carlino, che è anche presidente della Lega Bufalina una delle Associazioni che compongono il Coordinamento Unitario. (Ansa)
Su 24zampe: Brucellosi e tubercolosi per le “bufale da macello” di Report