L’orso Juan Carrito torna in città, Wwf: riflettere su convivenza

AGGIORNAMENTO DEL 16 APRILE 2022 – IL WWF OFFRE RETI ANTIORSO A ALLEVATORI E APICOLTORI

Il Wwf si è messo a disposizione del Comune di Roccaraso, nell’aquilano d’alta quota, per fornire recinzioni elettrificate per piccoli allevamenti e per gli apicoltori dopo che M20, l’orso bruno marsicano conosciuto con il nome di Juan Carrito, si è ripresentato nelle località turistiche dell’Alto Sangro. Il Wwf ha sottolineato che i recinti elettrificati sarebbero strutture capaci di allontanare l’orso da pollai, apiari e coltivazioni, senza provocare danno all’animale, rimarcando che l’associazione ambientalista dispone di queste strutture grazie ai fondi della campagna ‘Orso 2×50’ nata per far crescere il numero di esemplari di questa specie, in via d’estinzione, di cui si contano circa 50 individui in Abruzzo. Le installazioni vengono fornite in comodato d’uso gratuito agli allevatori che ne fanno richiesta all’associazione.

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POST DEL 14 APRILE 2022

“Le vicende di Juan Carrito impongono una riflessione profonda rispetto alla convivenza con i grandi carnivori e alla preparazione del territorio a gestire una specie come l’orso”. Lo ha detto Dante Caserta, vice presidente del Wwf Italia, riferendosi al ritorno in città dell’orso bruno marsicano M20, conosciuto per le sue scorribande in città a Roccaraso, nell’aquilano d’alta quota. Il plantigrado è stato catturato 2 volte dai tecnici del Parco nazionale della Maiella per trasferirlo in luoghi più consoni al suo habitat, ma di nuovo è stato segnalato, in questi giorni, nei popolosi centri abitati dell’Alto Sangro, tra Pescocostanzo, Rivisondoli e Roccaraso.

I COMPORTAMENTI UMANI SBAGLIATI METTONO A RISCHIO GLI ORSI

“Assistiamo troppo spesso a comportamenti profondamente sbagliati che possono mettere a rischio la sopravvivenza degli orsi e la salute delle persone – ha aggiungo Caserta -. Inseguimenti da parte di automobilisti; incontri con cani non tenuti come si dovrebbe; rifiuti organici non conferiti in modo adeguato; pochi, pochissimi, cassonetti anti-orso istallati nelle aree di frequentazione della specie; scarti di cibo abbandonati intorno ai paesi per negligenza o, peggio, appositamente al fine di attirare gli orsi – ha continuato il vice presidente del Wwf -. La storia di Juan Carrito, vittima di questi comportamenti umani sbagliati, è emblematica in tal senso. Ora è quanto più necessaria un’azione sinergica da parte di ogni componente della nostra organizzazione sociale. La cattura definitiva di uno dei 50/60 orsi marsicani rimasti sarebbe una sconfitta per tutti – ha concluso -. Non sono gli animali a dover ‘pagare’ per la mancanza di preparazione di un territorio, ma sta a noi che governiamo e viviamo quel territorio dover mettere in atto misure concrete di prevenzione e responsabilizzazione per accettare pienamente la presenza di un animale come l’orso che rende le nostre terre così uniche e preziose”. (LaPresse)