Isola del Giglio, iniziata la caccia ai mufloni: animalisti contrari

AGGIORNAMENTO DEL 25 NOVEMBRE 2021 – AL GIGLIO GIA’ UCCISI 4 MUFLONI

“Ieri al Giglio hanno iniziato a sparare. Al momento sarebbero 4 i mufloni già uccisi dai cacciatori scelti dall’ente Parco dell’Arcipelago toscano per sterminare l’ultimo sparuto gruppo di animali, una trentina presente sull’isola”. E’ quanto scritto in una nota diffusa dall’associazione Vitadacani e la Rete dei santuari di animali liberi, aggiungendo che “il Parco quindi va avanti nell’eradicazione di questa specie, nonostante tutte le proteste e le tante disponibilità a trasferire e accogliere gli animali in rifugi e centri di recupero degli animali selvatici fuori dall’isola”. Associazione Vitadacani e Rete dei santuari di animali liberi, dopo aver diffidato il Parco e scritto anche al Parlamento europeo, invita ora “cittadini, associazioni e volontari ad andare spontaneamente e personalmente sull’isola per presidiare permanentemente i suoi territori e vigilare per impedire la strage”. Intanto l’Aidaa, Associazione italiana difesa animali, inviata a boicottare per natale le isole del Giglio ed Elba. “Loro uccidono i mufloni prima al Giglio e poi quasi certamente all’isola d’Elba dove i mufloni che potrebbero morire sono molti di più che non quelli dell’isola del Giglio? E noi invitiamo tutti i turisti italiani e stranieri a boicottare queste due isole per le vacanze di Natale e invitiamo coloro che hanno prenotato a disdire le prenotazioni già effettuate”, si legge in una nota di Aidaa. (Ansa).

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AGGIORNAMENTO DEL 23 NOVEMBRE 2021 – ANIMALISTI: LA UE FERMI GLI ABBATTIMENTI DEI MUFLONI

Una lettera a Pascal Canfin, eurodeputato e presidente della commissione Ambiente del Parlamento europeo, per chiedere l’immediata sospensione del progetto Life LetsGoGiglio, e l’abbattimento dei mufloni all’isola del Giglio. A inviarla la Lav, il rifugio per animali Vitadacani della Rete dei santuari e il comitato di cittadini Save Giglio. “La commissione Ambiente del Parlamento europeo – sottolineano i firmatari in una nota -, ha la responsabilità di verificare il corretto utilizzo dei fondi economici destinati allo svolgimento dei progetti Life come quello che interessa l’isola del Giglio. Sono proprio i contenuti di questo progetto a destare gravi sospetti circa la correttezza del percorso di approvazione e finanziamento”. Per Lav, Save Giglio e Vitadacani “gli autori del progetto sostengono, ad esempio, che i mufloni stiano mettendo a repentaglio l’economia locale, modificando la fragile agricoltura dell’isola. Tuttavia, gli stessi agricoltori locali respingono tale ipotesi e, in risposta, hanno sottoscritto una lettera che assolve i mufloni da tali accuse. I documenti raccolti, rivelano infatti che, dall’introduzione del muflone sull’isola, avvenuta nel 1950, il Parco ha ricevuto una sola richiesta di risarcimento danni, per un totale di 1.200 euro”. Critica anche l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) secondo cui, in base al disciplinare operativo per gli interventi di prelievo del muflone al Giglio redatto dall’Ente Parco, “la mattanza dei mufloni dell’Isola del Giglio servirà ai cacciatori per accumulare punti come ‘selecontrollori’ e a utilizzare il carnaio per l’autoconsumo”. Massimo Comparotto, presidente dell’Oipa, chiede “all’Ente Parco e alla Regione Toscana un ripensamento”. L’Oipa valuterà “se tale progetto sia rispettoso delle leggi italiane ed europee” e pensa “di rivolgere una segnalazione alla Corte di Giustizia ambientale per verificare che nel presentare il progetto per il bando Life siano stati coinvolti anche la cittadinanza e le associazioni ambientaliste locali”. (Ansa)

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AGGIORNAMENTO DEL 22 NOVEMBRE 2021 IN CODA – BOITANI: GIUSTO ERADICARE SPECIE ALIENE

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AGGIORNAMENTO DEL 22 NOVEMBRE 2021 IN CODA – IL SINDACO DEL GIGLIO: L’ABBATTIMENTO DEI MUFLONI E’ UN PROGETTO DELLA UE

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POST DEL 20 NOVEMBRE 2021

Animalisti contro lo sterminio dei mufloni. A partire da lunedì 22 novembre, un centinaio di cacciatori assoldati dal Parco nazionale Arcipelago Toscano “procederanno con la fucilazione di qualche decina di mufloni che vivono sull’isola del Giglio (Grosseto)”, secondo quanto prevede il progetto Life LetsGo Giglio, finanziato con 1,6 milioni di euro dai cittadini italiani ed europei. Un’operazione che vede contrarie Lav, Enpa, l’associazione Vitadacani e la Rete dei santuari di animali liberi in Italia. Gli antivivisezionisti chiedono un intervento urgente da parte del Ministro della Transizione ecologica affinché l’attività sia sospesa “così da consentire una puntuale attività di verifica sui contenuti del progetto e sulle modalità di esecuzione dello stesso: non è accettabile che decine di animali vengano massacrati, e con il denaro dei cittadini”. Per la Protezione animali, “dopo L’Elba, ora tocca anche ai mufloni del Giglio, accusati di nutrirsi di lecci e impedire così la rinaturalizzazione dell’area. Gran parte degli abbattimenti sono già avvenuti, e rimarrebbero attualmente solo 40 individui”. Sono 97, secondo gli animalisti, gli animali già eliminati.

 

ACCUSATI DI DANNI ALL’AGRICOLTURA: “SOLO 1.200 EURO IN 19 ANNI”

Ma secondo Lav quelle alla base della decisione sarebbero “motivazioni perlopiù irrilevanti, considerato che i danni all’agricoltura causati dagli animali, nonostante siano stati definiti ‘ingenti’, in realtà nel corso di 19 anni hanno determinato richieste di indennizzo per soli 1.200 euro totali”. Spendere 1,6 milioni di euro per evitare danni tanto esigui sorprende anche Carlo Cottarelli, già commissario alla spending review, che twitta: “Quale burocrate si è inventato questa strage (e spreco di soldi pubblici)?”. Il piano dell’Ente Parco prevede la cattura e l’uccisione dei mufloni non solo al Giglio ma in tutto l’Arcipelago toscano, spiegano quelli dell’associazione Vitadacani e la Rete dei santuari di animali liberi in Italia. Al Giglio, oltre ai mufloni, verranno catturati e uccisi anche i conigli selvatici ed eradicate piante come il Fico degli Ottentotti, che crescono rigogliose nell’isola. “Ci sono alternative – spiegano -: siamo disponibili a un confronto per una soluzione rispettosa della vita nell’isola” o, in alternativa, insieme agli altri rifugi della Rete, per “coordinare un piano di affidamento dei mufloni in rifugi, dove possano vivere al sicuro, e intendiamo proporre alternative anche per i  conigli”.

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LA POPOLAZIONE SI E’ COSTITUITA NEGLI ANNI CINQUANTA

L’operazione mufloni, per Lav, “potrebbe rivelarsi un vero boomerang proprio dal punto di vista dell’ambiente che gli stessi progetti Life dovrebbero invece tutelare. L’attuale popolazione del Giglio è stata costituita intorno alla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, per interessamento di alcuni scienziati, perché nell’ambiente zoologico nazionale c’era il timore che queste pecore selvatiche fossero prossime all’estinzione in natura. Quindi il mantenimento del gruppo dei mufloni gigliesi equivarrebbe alla preservazione di un pool genetico e fenotipico di indubbia importanza biologica, oltre che storica, la quale è ora messa in pericolo dal progetto voluto dal Parco. Il rischio è ripetere il grossolano errore commesso dal progetto Resto con Life sull’isola di Pianosa che, a causa della massiccia distribuzione di esche avvelenate, ha determinato l’eradicazione dell’ultimo nucleo di una rarissima sottospecie della lepre europea”.

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AGGIORNAMENTO DEL 22 NOVEMBRE 2021- IL SINDACO DEL GIGLIO: L’ABBATTIMENTO DEI MUFLONI E’ UN PROGETTO DELLA UE

“Si tratta di un progetto approvato dalla comunità europea, non certo di una mia idea. È un’operazione sostenuta dall’Europa che tende a eradicare piante e animali che modificano la biodiversità. I mufloni, in particolare, che non sono certo specie autoctone dell’isola, fanno danni enormi all’agricoltura”. Lo dice a LaPresse Sergio Ortelli, sindaco dell’Isola del Giglio, in provincia di Grosseto, commentando l’avvio della campagna di abbattimento dei mufloni che parte oggi sull’isola e criticata da una vasta schiera di animalisti (l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente ha annunciato un esposto in Procura), ambientalisti e società civile. “E’ una richiesta – spiega il sindaco – che nasce dai nostri agricoltori e che è stato spiegato ai cittadini in diverse assemblee, che hanno compreso perfettamente. Stiamo parlando di 20-30 animali al massimo. All’inizio, negli anni ’60, questi animali erano tenuti in una riserva, in un terreno privato. Dieci anni fa circa scapparono. Il progetto, sposato sia dal Parco Nazionale dell’Arcipelago che dalla comunità europea, ne prevede l’abbattimento. Sono animali incompatibili con la biodiversità dell’isola, che modificano l’equilibrio del Giglio. Chi oggi ha alzato questo polverone – conclude il sindaco Ortelli – lo fa solo in modo strumentale: guarda caso è una persona che aveva un incarico nel parco, e che ora non lo ha più”. (LaPresse)

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AGGIORNAMENTO DEL 22 NOVEMBRE 2021 – BOITANI: GIUSTO ERADICARE SPECIE ALIENE

“E’ bene ricordare che le specie aliene sono la seconda causa di estinzione delle specie a scala globale e sono una delle principali preoccupazioni di chi si occupa di conservazione della natura. Una eradicazione è una impresa relativamente semplice da realizzare ma ha successo soprattutto sulle isole dove è più facile prevenire la ricolonizzazione da parte dell’invasore alieno”. Così in una nota diffusa dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano il professor Luigi Boitani, professore ordinario di Zoologia del dipartimento di Biologia e Biotecnologie presso la Sapienza Università di Roma, in merito all’eradicazione di mufloni dall’Isola del Giglio, in provincia di Grosseto. “Così nel Mediterraneo – spiega Boitani – si sono moltiplicate le meritorie eradicazioni dei ratti da isole come, ad esempio, Montecristo, rifiorita a una complessa ricchezza di specie dopo la eliminazione dei ratti”. Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, spiega ancora Boitani, “ha la possibilità di combattere fattivamente le specie aliene proprio perché è composto di piccole isole ma ha anche il dovere, proprio perché è un parco nazionale, di curare e migliorare la sua biodiversità. Ha trovato i fondi con un programma LIFE: per inciso, è falso che la rimozione del muflone costi 1,6 milioni, questa è la cifra totale di un progetto molto più vasto che include moltissime altre azioni di riqualificazione naturalistica. La rimozione di qualche decina di mufloni (una ventina sono già stati catturati e portati via negli anni passati) è un intervento quindi che ha tutti i crismi della buona conservazione e dovrebbe essere salutata con i rallegramenti”. (LaPresse)

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  • Dario |

    Siamo NOI a minacciare la biodiversità sulla terra, nient’altro che noi…

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    L’Unica soluzione della BESTIA è uccidere, null’altro che uccidere…

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