La Cina ha intensificato gli sforzi per proteggere la sua fauna selvatica negli ultimi anni e ha raggiunto notevoli progressi, secondo quanto dichiarato oggi da Guan Zhiou, funzionario del ministero delle Risorse Naturali, durante una conferenza stampa a Pechino. Il Paese ha stabilito quasi 10.000 riserve naturali che coprono circa il 18% della sua superficie e proteggono il 71% delle specie importanti di fauna selvatica del Paese. Alcune piante e animali selvatici in Cina hanno assistito a una crescita costante della popolazione, compresi gli ibis crestati e i gibboni. La Cina ha ampliato la lista degli animali selvatici sotto protezione statale, portando il totale a 980 inseriti in 8 categorie, e quella delle piante selvatiche a 450, con 40 categorie. Secondo Guan, uno dei punti salienti del lavoro di protezione della fauna selvatica del Paese è stato l’utilizzo della tecnologia di allevamento artificiale per favorire la crescita della popolazione di oltre 100 specie in pericolo.
DAI CERVI MILU AI CAVALLI DI PRZEWALSKI AI PANGOLINI
La popolazione di panda in cattività ha raggiunto i 667 esemplari, e diversi animali che una volta erano estinti in natura, come i cavalli di Przewalski (nella foto in alto) e i cervi milu, hanno ora sviluppato i loro gruppi selvatici, proprio grazie all’allevamento artificiale. Inoltre, il Paese ha creato centri di ricerca per la protezione delle specie in pericolo, come gli elefanti asiatici e i pangolini. Il funzionario ha attribuito i progressi al duro giro di vite sul commercio illegale di fauna selvatica e sul consumo di animali selvatici. “Abbiamo completamente vietato il commercio illegale di animali selvatici”, ha detto Guan, aggiungendo che la Cina ha sollecitato le piattaforme di e-commerce a rimuovere 1,27 milioni di informazioni sul commercio di animali selvatici e ha indagato su oltre 25.000 casi illegali. La Cina, inoltre, attribuisce grande importanza alla cooperazione internazionale sulla protezione della fauna selvatica, dal momento che ci sono 69 panda giganti all’estero, ha detto Guan, aggiungendo che ha lavorato insieme a 18 Paesi proprio per la ricerca sui panda. (Ansa/Xinhua)
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