Provincia Trento, scontro sulla falconeria: no ai rapaci in gabbia

“Sì alla modifica alla detenzione, allevamento, allenamento e riproduzione di uccelli da preda in Trentino”. Lo ha deciso il consiglio provinciale di Trento approvando la mozione del consigliere della Lega, Gianluca Cavada, per facilitare la pratica della falconeria. “Una proposta agghiacciante. Qui stiamo parlando di tenere i rapaci in gabbia. Se abbiamo usato l’autonomia in passato per limitare questa pratica ora la usiamo male riferendoci a norme europee. Dal momento che si vuole tenere in vita questa pratica che propriamente non ci appartiene, potremmo introdurre in Trentino anche la caccia alla volpe, riconducendoci alla tradizione inglese, oppure alla corrida”, ha più volte rimarcato Filippo Degasperi di Onda civica che è stato fatto uscire dall’aula dal presidente del consiglio Walter Kaswalder.

LA REPLICA: FALCONERIA PATRIMONIO CULTURALE E SOLUZIONE PER IL BIRD CONTROL

“Dispiace dover affrontare in aula argomenti che ci fanno decisamente arretrare rispetto alle leggi vigenti – ha osservato Lucia Coppola dei Verdi -. Non si parla mai abbastanza del benessere animale e del fatto che gli animali sono esseri senzienti. Questa mozione incredibile e assurda è passato: il giudizio dei cittadini e della popolazione trentina sul nostro operato sarà certamente grave. Sono radicalmente contraria a questa proposta di mozione e mi meraviglia sia arrivata in aula”. Duro il commento di Alessio Manica del Pd: “Davvero vogliamo governare la fauna in Trentino rispondendo a 10 falconieri che bussano alla porta?”. Nella replica, il consigliere Cavada ha chiarito che “la pratica della falconeria è patrimonio dell’Unesco e il bird control è un sistema naturale per contrastare l’invasione di certi animali come i colombi, gli aironi e i cormorani che rappresentano problemi anche dal punto di vista igienico. I rapaci verrebbero utilizzati proprio per contrastare l’eccessiva diffusione di questi uccelli”. (LaPresse)