“Voglio ringraziare tutti coloro che in queste ore mi stanno chiamando o scrivendo per esprimermi solidarietà. Tengo a precisare che la decisione di assegnarmi la scorta è derivata da una scelta dell’autorità competente e non è frutto di una mia personale richiesta”. Lo scrive su Facebook il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, da oggi sotto scorta in relazione all’escalation di insulti, minacce e attacchi ritenuti pesanti e preoccupanti in ragione alle problematiche inerenti la gestione degli orsi. “Tale assegnazione non cambierà nulla per quanto riguarda la mia attività istituzionale. Per quanto riguarda le minacce – aggiunge – continuerò a prendere le decisioni e le scelte che mi competono senza farmi condizionare e sempre e solo nell’interesse della comunità trentina”.
OIPA TRENTO: LONTANI DA OGNI VIOLENZA E MINACCIA
L’associazione animalista Oipa Trento “condanna qualsiasi tipo di violenza e minaccia: quindi siamo lontani da chi, eventualmente, abbia posto tali minacce”. “Ribadiamo che la situazione di gestione degli orsi del Casteller è barbara e incivile, e questa violenza perpetrata agli animali genera altra violenza in persone che non hanno l’equilibrio nel protestare contro queste barbarie. Noi proseguiremo la nostra protesta e richiesta di liberazione degli orsi, sempre nel rispetto della legalità”, sottolinea la delegata Oipa Trento, Ornella Dorigatti.
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AGGIORNAMENTO DELLE 21.30 – ATTIVISTI #STOPCASTELLER: “SOLO CONTESTAZIONE POLITICA”
Gli attivisti della campagna #StopCasteller rispondono e rigettano con forza le insinuazioni su una loro presunta implicazione nelle minacce e negli insulti rivolti al presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che hanno portato la prefettura ad assegnargli due persone di scorta. “Come intuibile dallo stesso nome – commentano gli attivisti di Assemblea Antispecista e Centro sociale Bruno – , la campagna #StopCasteller rifiuta quella gabbia che è il Casteller. E contesta le politiche segregazioniste dell’attuale giunta, sorde alla possibilità di una convivenza con gli altri animali, con i quali condividiamo il territorio. La contestazione è quindi politica. E per questo mai è scesa sul personale, minacciando l’incolumità fisica di chicchessia. I giornali – proseguono gli attivisti – hanno insinuato un collegamento fra le minacce ricevute da Fugatti e la nostra campagna per la liberazione degli orsi: viene il dubbio che, in questa operazione politico-mediatica, l’interesse non sia volto a capire come si sono svolti i fatti (chi ha minacciato e quando), ma la confusione di informazioni sia funzionale alla criminalizzazione della campagna e alla vittimizzazione dei politici al potere, che in questo modo si trincerano ancora di più nel Palazzo, con tanto di scorta armata. Invitiamo inoltre a non confondere la campagna #StopCasteller la con la manifestazione animalista del 2 maggio da cui ci siamo pubblicamente dissociati. Riteniamo – continuano le dichiarazioni – che le disposizioni di sicurezza attuate a difesa del presidente Fugatti abbiano quindi la funzione di criminalizzare la legittima critica verso le politiche attuate da questa giunta nei confronti degli animali selvatici e, nello specifico, degli orsi. L’intento è quello di spostare il focus dal cattivo operato della giunta ai “pericolosi animalisti” per essere legittimati, agli occhi dell’opinione pubblica, a perseguirci in nome, ancora una volta, dell’ordine pubblico. La politica – concludono – è lotta e contestazione, da sempre. E noi lo rivendichiamo. Pensiamo che le politiche attuate da questa giunta, in relazione alla convivenza tra umani e non-umani, siano fondamentalmente sbagliate. E abbiamo il diritto di contestarle. Chi criminalizza la contestazione ha perso il significato di cosa sia la politica.” (AdnKronos)
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