Stop alla caccia e alla pesca in Lombardia. Lo chiarisce in una nota la Regione. “In seguito alla pubblicazione del Dpcm che ha decretato la cosiddetta zona rossa in tutta la Lombardia, la Regione ha subito chiesto chiarimenti in merito alla possibilità di svolgere attività venatoria e di pesca dilettantistica. Il decreto infatti prevede la possibilità di svolgere attività sportiva esclusivamente all’aperto e in forma individuale”, viene spiegato in una nota. “La Prefettura di Milano – si prosegue nel comunicato – ha riferito che, in considerazione dell’attuale contesto epidemiologico e per ridurre al massimo gli spostamenti individuali, si tende a supportare una interpretazione restrittiva e che l’attività venatoria e di pesca non possono essere assimilate all’attività sportiva consentita del Dpcm, salvo che non si tratti di pesca sportiva o di tiro a volo come da allegato provvedimento del Ministro dello sport che individua le discipline sportive riconosciute dal Coni. Le attività di caccia e di pesca dunque sono al momento da considerarsi sospese”. (Ansa)
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AGGIORNAMENTO DEL 13 NOVEMBRE 2020 – LA PIETRA: “NESSUN DIVIETO PER LA CACCIA NEL DPCM”
“Il dpcm dello scorso 3 novembre è molto chiaro e non sospende l’attività venatoria, che può essere praticata nell’ambito della propria Atc di iscrizione, permettendo al cacciatore di spostarsi in Comuni diversi da quello di residenza. E’ importante ribadirlo perché non vorrei che stesse accadendo in altre Regioni d’Italia, quello che sta succedendo in Toscana dove di fatto la caccia è bloccata. Basterebbe leggere meglio il dpcm, ed è l’invito che rivolgo in particolare al presidente della Regione Toscana Giani, per rendersi conto che non è necessaria alcuna deroga. Allo stesso tempo è assurda l’idea, ventilata, che per garantire l’esercizio dell’attività venatoria bisogna ridurre il numero delle persone appartenenti a una squadra per la caccia al cinghiale, oppure impedire lo spostamento ai cacciatori. I cacciatori chiedono chiarezza, specie in questo che è un periodo di caccia. Impedirla si tradurrebbe in una perdita economica enorme per il territorio, se si considera l’indotto che ne deriva, ma anche impedirebbe il controllo e la riduzione della presenza di ungulati sul territorio. L’attività venatoria rappresenta un presidio essenziale per la sostenibilità ambientale della fauna selvatica e dell’ambiente e come tale non può essere impedita”. Lo dichiara il senatore di Fratelli Italia, Patrizio La Pietra, capogruppo nella commissione Agricoltura. (Ansa)