Si celebra il 26 agosto la Giornata internazionale del cane, arrivata alla 16esima edizione. Nata negli Stati Uniti su iniziativa di Colleen Paige, sostenitrice del benessere animale, la Giornata serve a celebrare tutte le razze, miste e pure, che sono fonte di benessere psicologico e fisico per l’uomo, ma anche per sensibilizzare la gente sul numero di cani che andrebbero adottati ogni anno dai canili. Quest’anno, in tempo di lockdown per il coronavirus, sono stati di grande aiuto psicologico ma anche fisico sia a chi ha lavorato in casa in smart working, sia consentendo di uscire di casa e fare due passi per accompagnarli fuori per le loro necessità . Questi amici fedeli “lavorano disinteressatamente per salvare vite, tenerci al sicuro e portare conforto”, ricordano in sintesi i siti dedicati alla Giornata rilevandone i pregi come “proteggere le nostre famiglie e le nostre case, collaborare con le forze dell’ordine, aiutare il padrone disabile, soccorrere persone in situazioni di emergenza, e aiutando nei percorsi di riabilitazione”. Un esempio di tanta abnegazione sono i cani da soccorso in acqua addestrati dalla Sics, che dispone di una squadra operativa con centinaia di Unità Cinofile dislocate su tutto il territorio nazionale e che lavorano in regime di volontariato in ambiti di Protezione Civile, in progetti di 
sicurezza balneare in molti comuni e regioni italiane, principalmente in affiancamento alla Guardia Costiera o ad altri enti impegnati nella sicurezza in acqua. Terranova, labrador, golden retriever soprattutto ma comunque cani con caratteristiche molto particolari, sia per ciò che riguarda le capacità natatorie, sia per l’indole particolarmente socievole, adatta al lavoro sulle spiagge. Guglielmo Mangiapane di Reuters ne ha seguito una giornata di addestramento (nella photogallery qui sotto) a Riva dei Tarquini, sul litorale romano. Serve un anno di “scuola” in uno dei 16 centri addestramento Sics-Scuola italiana cani da salvataggio presenti in Italia per ottenere il livello base.
CELSI: “QUALE OCCASIONE MIGLIORE PER ADOTTARE UN CANE?”
Nelle case degli italiani ci sono 7 milioni di cani, secondo il Censis, e per l’occasione le più importanti Associazioni del settore ricordano che gli alimenti per questi animali d’affezione e le prestazioni veterinarie sono gravati da un’aliquota Iva al 22%, al pari di un bene di lusso. “Un carico fiscale importante che ricade direttamente sulle famiglie italiane, incompatibile con l’impoverimento post-emergenza” osserva Assalco (Associazione Nazionale tra le Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia) che con altre Associazioni del settore che riuniscono Medici Veterinari e Imprese dell’alimentazione animale e dei farmaci veterinari (Anmvi, Fnovi, Simevep, Enpav, Aisa, Ascofarve e Assalzoo) hanno chiesto al Governo e al Parlamento che, al primo provvedimento utile, gli alimenti per cani e gatti e le prestazioni veterinarie vengano permanentemente collocati in fascia Iva agevolata al 10%, la stessa dei medicinali veterinari. “E allora quale migliore occasione – sostiene la presidente dell’Asta (Associazione per la Salute e la Tutela degli Animali) Susanna Celsi – per adottare un cane? L’estate e le vacanze sono quasi terminate e questo è forse il periodo dell’anno migliore per scegliere la compagnia di un cane e dare una casa ai tanti animali abbandonati. Una decisione che possono liberamente prendere anche gli anziani che non devono privarsi dei benefici, sia fisici che psicologici, che la convivenza con un cane porta – assicura Celsi.
I VETERINARI: SPESE DETRAIBILI MA IN MISURA IRRISORIA
“Ricordiamo che il progetto dell’Asta ‘Dopo di me’ è nato proprio per dare sicurezze all’animale e all’anziano nel ‘dopo’, quando i due saranno costretti a separarsi e il proprietario non potrà più occuparsi del suo cane. In questa giornata il nostro pensiero è tutto dedicato ad incoraggiare le nuove adozioni senza nessuna preclusione se, a desiderare un cane, è una persona anziana che potrà aderire da subito al progetto ‘Dopo di me’ e non dovrà temere per il futuro del suo amico”. Nel rilevare che “la pandemia ha reso il mondo finalmente più consapevole dell’interdipendenza fra la salute degli animali e quella delle persone”, il presidente dell’associazione nazionale medici veterinari (Anmvi) Marco Melosi osserva che “è corretto ricordare che le spese veterinarie sono detraibili, ma anche che lo sono in misura irrisoria, un beneficio di 70 euro netti all’anno vanificati dall’Iva. Insomma, il Fisco si riprende quel che dà – spiega -. E’ così che si mortifica il possesso responsabile, un principio di civiltà che molti proprietari di cani e gatti portano avanti sotto il peso di un carico fiscale non più giustificabile” fa notare Melosi sottolineando che “l’importanza delle cure veterinarie non si è ancora pienamente consolidata nell’ordinamento giuridico nazionale”. “Fa eccezione la giurisprudenza, con una sentenza della Cassazione che ha equiparato la negazione delle cure veterinarie al maltrattamento animale”, conclude.