I cani dopo una sola settimana di addestramento sono stati in grado riconoscere la presenza del coronavirus nel 94% dei campioni. Il progetto pilota è stato condotto dall’Università di Medicina Veterinaria di Hannover, in Germania, dove i ricercatori hanno insegnato ai cani a fiutare Covid-19 nella saliva di oltre 1.000 persone sane e infette. Gli otto cani delle forze armate tedesche sono stati addestrati per soli sette giorni e giovedì 24 luglio i risultati sono stati presentati alla ministra della Difesa Annegret Kramp-Karrenbauer (nella foto sopra). “Pensiamo funzioni perché i processi metabolici nel corpo di un paziente malato sono completamente cambiati dal virus”, ha dichiarato Maren von Koeckritz-Blickwede, professore all’università, in un video di YouTube sul progetto. “Probabilmente i cani sono in grado di rilevare un odore specifico”. E’ noto che il loro olfatto è circa 1.000 volte più sensibile di quello umano e per questo ora potrebbero essere impiegati per rilevare infezioni in luoghi come aeroporti, valichi di frontiera ed eventi sportivi dopo un’adeguata formazione, secondo i ricercatori interpellati da Bloomberg.
GRAN BRETAGNA E AUSTRIA HANNO PROGETTI SIMILI
I cani utilizzati sono detection dogs delle unità militari K-9 specializzate in ricerca esplosivi. Anche Londra ha un progetto simile, ne abbiamo scritto qui su 24zampe, e notizie dello stesso tipo sono arrivate da Vienna. Lo studio tedesco è stato condotto congiuntamente con le forze armate, la Scuola medica di Hannover e il Centro medico universitario Amburgo-Eppendorf. Per il responsabile del progetto il prossimo passo è addestrare i cani a differenziare i campioni di Covid-19 da altre malattie come l’influenza. In Germania il fattore di contagio R0 è ancora inferiore a 1, attestandosi per il 23 luglio a 0,93. Questo significa che ogni infettato contagia in media meno di un’altra persona. Tuttavia secondo Spiegel online la ripresa della crescita dei nuovi casi è la più consistente a partire da metà maggio, se si esclude l’exploit epidemico nei macelli dell’azienda Toennies in Bassa Sassonia.