AGGIORNAMENTO DELLE 12.45 – INIZIATO IL GADHIMAI MELA
Nella foto di Navesh Chitrakar/Reuters uno dei primi sacrifici di oggi: un bufalo finisce sotto la lama di un fedele della dea del potere Gadhimai.
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POST DELLE 6.45
Dal 3 al 5 dicembre nel sud del Nepal c’è il festival “Gadhimai Mela”, una celebrazione rituale a prevalenza di fedeli indiani che si svolge ogni cinque anni a Bariyarpur, al confine con l’India. Nel 2009, quando circa 200mila animali sono stati uccisi nei tre giorni, è stato definito “il più grande sacrificio di animali al mondo”: durante i festeggiamenti per la dea Gadhimai gli animali – bufali, capre, pecore, ratti, piccioni e pollame – vengono sacrificati dai fedeli, che infliggono loro una morte brutale, lenta e dolorosa. L’associazione Animal Equality nel 2014, all’ultima edizione, ha documentato anche “con immagini sotto copertura decapitazioni di bufali che non avvenivano in modo netto, con un solo colpo, ma con colpi ripetuti e inefficaci, che causavano agli animali estreme sofferenze”. La storia del festival risale a circa 260 anni fa, quando Bhagwan Chaudhary, proprietario terriero locale, pensa che i suoi problemi sarebbero stati risolti se avesse dato il proprio sangue alla dea del potere.
LE CONTROMISURE PER L’EDIZIONE 2019
Quest’anno, nel tentativo di scoraggiare il sacrificio di animali e nel rispetto della tradizione originale, Animal Equality ha proposto “una pratica alternativa, significativa e rispettosa delle tradizioni religiose, e cioè la donazione di sangue, realizzata in collaborazione con la Croce Rossa Nepalese”, per “per praticare comunque il rito religioso, ma senza infliggere sofferenze agli animali”. Animal Equality ha lanciato una petizione internazionale e anche incontrato i funzionari del ministero degli Affari Interni in India, per chiedere loro di fermare il passaggio di animali attraverso il confine tra India e Nepal durante i giorni del festival, una misura che già nel 2014 aveva permesso di ridurre a 30mila il numero degli animali sacrificati, mentre se ne contavano fino a 200mila cinque anni prima. (foto Afp e Reuters)