Una tecnologia innovativa a ultrasuoni per l’allontanamento degli ungulati selvatici che salvi l’agricoltura toscana e, allo stesso, non arrechi danni agli animali: è quanto propone il progetto pilota di ‘Ultrarep – Ultrasound animal repeller’ presentato al convegno dell’agenzia formativa di Confagricoltura Toscana nella sede della Regione a Firenze. Quella degli ungulati, è stato spiegato, rappresenta un problema per l’agricoltura, la sicurezza pubblica e l’ambiente: la Toscana è la seconda regione in Europa per densità di ungulati, cioè in termini di rapporto tra animali, che sono stimati in cui 400mila esemplari, e superficie regionale. Avviato in via sperimentale in Toscana da un gruppo di imprese agricole guidate da Barone Ricasoli e altri partners, ‘Ultrarep’ è finanziato dal programma di sviluppo rurale. Le specie più impattanti – spiega il sito del progetto – sono il cinghiale, cui è imputabile il 70% dei danni, poi il capriolo e il cervo, che ne fanno complessivamente il 20%.
“UN SISTEMA ECOLOGICO ALTERNATIVO ALLE RECINZIONI”
Massimiliano Biagi, direttore tecnico della Barone Ricasoli ha detto che “la pressione di questi animali è davvero forte, non ci sono altri mezzi in grado di difendere i vigneti, le recinzioni sono molto impattanti e costose. Oggi proponiamo un sistema alternativo, degli ultrasuoni che allontanano in modo ecologico e poco impattante gli ungulati. Con l’annata 2019-2020 mettiamo in pratica questi strumenti sperando di avere i risultati che speriamo”. Per l’assessore alle Politiche agricole Marco Remaschi, “il tema è molto delicato, noi lo abbiamo affrontato con grande impegno prevedendo forme di abbattimento ulteriore rispetto a quelle tradizionali, ma abbiamo bisogno di trovare altre soluzioni e certamente la tecnologia ci può dare nuovi strumenti per ridurre i danni in agricoltura”. Per Remaschi è “una sperimentazione molto importante che serve non soltanto per gli ungulati, ma anche per i predatori, noi siamo disponibili a monitorare anche questo aspetto”.