A Yulin, in Cina, è di nuovo tempo di festival: dal 21 al 30 giugno 2019 la città cinese “festeggia” il solstizio d’estate con una decina di giorni di banchetti a base di carne di cane e gatto. Saranno migliaia gli animali domestici macellati per essere serviti agli avventori del “Dog day” festival, in ossequio alla convinzione che mangiare carne di cane aiuti il fisico a fronteggiare il caldo estivo. Un’usanza che ha reso tristemente celebre la città – una metropoli da 5,5 milioni di abitanti – all’estremo sud del paese, nella regione di Guangxi Zhuang, ma conosciuta anche nei vicini Vietnam e Laos. E, naturalmente, osteggiata dagli animalisti di tutto il mondo, compresi quegli attivisti cinesi che aiutano Humane Society International a muoversi sul territorio. E’ anche grazie a loro se nei giorni scorsi Hsi è riuscita a salvare 62 cani, trovati in un macello a Yulin.
ALCUNI ANIMALI AVEVANO ANCORA IL COLLARE: RAPITI O VENDUTI DAI PROPRIETARI?
Alcuni di loro, di piccola taglia e di razze tipiche cinesi, indossavano ancora il collare, a ulteriore dimostrazione del fatto che gli animali – cani e gatti – vengono rastrellati per le strade e anche nei cortili delle case da uomini senza scrupoli (nella foto Hsi qui sopra anche un carlino) o, meno probabilmente, sono venduti da proprietari bisognosi di denaro. Un business che è relativamente recente. Scrive Hsi sul proprio sito: quello di Yulin “non è un festival tradizionale ma è stato inventato solo nel 2010 dai commercianti che tentavano di aumentare le vendite di carne di cane. Non esisteva, qui, una storia di macellazione e consumo di cani di massa”. Wei, uno degli attivisti cinesi intervenuti, dice che vuole “che il mondo veda gli orrori del commercio di carne di cane in Cina e che gli amanti dei cani di tutto il mondo si oppongano a questa terribile crudeltà. Mangiare i cani non appartiene alla cultura cinese – spiega -, nè lo è rubare gli animali domestici”.