Il fiuto dei cani contro i bracconieri: diplomate 7 unità cinofile Safa

Da oggi l’antibracconaggio ha sette alleati in più. Sono le prime Unità cinofile dei Carabinieri diplomate Safa, Scuola di alta formazione antibracconaggio di Legambiente e dei Carabinieri del Cufaa (Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari), addestrate per ricercare reti, armi, munizioni, lacci, trappole e tagliole utilizzate dai bracconieri e per contrastare il bracconaggio che in Italia è molto diffuso: ogni giorno vengono registrate 20 infrazioni contro gli animali selvatici e sono avviati 3,5 procedimenti e indagate 3,2 persone per reati contro la fauna (dati Ecomafia).

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SETTE CANI ADDESTRATI PER UN ANNO

Titan, Puma, India, Lapa, Mora, Kenia e Africa, due cani di razza labrador e 5 pastori belga malinois, insieme ai loro conduttori hanno seguito 208 ore di formazione, tra lezioni frontali ed esercitazioni pratiche condotte da docenti con esperienze internazionali e tra l’altro hanno affinato le tecniche di detection (ricercare e rilevare differenti sostanze organiche e inorganiche). Dopo un anno di corso, organizzato a Rispescia (Gr) presso il centro Girasole, sede di Festambiente, i cani – già operativi nella ricerca di bocconi avvelenati – hanno imparato a individuare anche gli strumenti comunemente usati dai bracconieri, dalle tagliole alle reti.

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IL BRACCONAGGIO PUNITO CON UNA CONTRAVVENZIONE

Una pressione criminale, quella del bracconaggio – secondo Legambiente – facilitata dal fatto che le sanzioni sono solo contravvenzionali e risolvibili con un’oblazione che non scoraggia i bracconieri, che nei casi più eclatanti rischiano un’ammenda da 774 a 2.065 euro. “L’ottimo risultato raggiunto con le prime sette unità cinofile – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – fa bene sperare che, già da domani, a partire dai sette black-spot del bracconaggio in Italia (Prealpi lombardo-venete, Delta del Po, Coste pontino-campane, Zone umide pugliesi, Stretto di Messina, Sicilia occidentale e Sardegna meridionale), si potrà operare con uno strumento in più per fermare i bracconieri”.

Da oggi l'antibracconaggio ha un alleato in più. Sono le prime sette Unità cinofile dei Carabinieri diplomate Safa, Scuola di alta formazione antibracconaggio di Legamabiente e dei Carabinieri del Cufaa (Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari), addestrate per ricercare reti, armi, munizioni, lacci, trappole e tagliole utilizzate dai bracconieri e per contrastare il bracconaggio che in Italia è molto diffuso, 10 maggio 2019.  ANSA/UFFICIO STAMPA LEGAMBIENTE +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

IL GEN. AGOVINO: SALTO DI QUALITA’ NELLA LOTTA AL BRACCONAGGIO

La Safa, nata nel 2018 per volontà di Legambiente in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, con la partnership dell’Ente Nazionale per la Cinofilia Italiana, Almo Nature e con il patrocinio di Federparchi compie così il suo primo anno di attività e diploma le prime unità cinofile. “Abbiamo fatto un salto di qualità nella lotta al bracconaggio – sottolinea Angelo Agovino, Generale Corpo di Armata, Comandante Cufaa Carabinieri (nella foto sopra) -, la nostra battaglia prosegue perche’ il contrasto al bracconaggio e’ una delle attività più importanti per la difesa della biodiversità tra le oltre 4.000 stazioni territoriali dei Carabinieri e le circa 1.000 del Cufaa; infatti – spiega – ogni anno circa il 25% dei controlli sul territorio riguardano la tutela della fauna”.