Nuova preoccupante allerta per il pianeta. Un milione di specie animali e vegetali – vale a dire una su otto – sono a rischio estinzione nel breve termine, ha avvertito oggi la Piattaforma intergovernativa per la biodiversità e i servizi ecosistemici (Ipbes), riunita da una settimana all’Unesco di Parigi. Gli esperti dei 110 Paesi, sui 132 dell’organizzazione Onu, presenti ai lavori vogliono tuttavia continuare a nutrire un briciolo di speranza: evitare il peggio, avvertono, è ancora possibile, a condizione di porre fine all’eccessivo sfruttamento del pianeta Terra.
CHI E’ PIU’ A RISCHIO – LE CAUSE DEL DISASTRO
La sesta estinzione di massa vede in pericolo, fra gli animali, un insetto su dieci, un mammifero su 4, il 41% degli anfibi, il 19% dei rettili, il 13% degli uccelli, il 7% dei pesci, il 31% degli squali. Nel regno vegetale, i tassi variano fra il 16 e il 63% per le specie a rischio. Le conifere, come i pini e gli abeti, hanno un tasso di rischio scomparsa dalla Terra del 34%. Fra le cause, in testa c’è la distruzione degli habitat. La copertura forestale del pianeta è diminuita di un terzo rispetto al periodo pre-industriale. Seguono le estrazioni minerarie, le dighe, le strade, gli insediamenti urbani, lo sfruttamento sconsiderato delle risorse (come l’overfishing), il cambiamento climatico, l’inquinamento e le specie invasive.
NON E’ TARDI PER AGIRE, MA VA FATTO SUBITO
“La salute degli ecosistemi da cui dipendiamo, come tutte le altre specie, peggiora in modo piu’ rapido che mai”, sintetizza il presidente dell’Ipbes, Robert Watson, spiegando che il pianeta sta erodendo “le fondamenta stessa delle sue economie, dei mezzi di sussistenza, la sicurezza alimentare, la salute e la qualità di vita nel mondo intero”. “Non è troppo tardi per agire, ma solo se si comincia a farlo adesso a tutti i livelli, locale e mondiale”, ha aggiunto, rivolgendosi ai governi e ai cittadini di tutto il pianeta. (foto in alto Epa, sotto Ap)