L’estate scorsa sono nati all’Oasi Lipu di Castel di Guido, tra le foreste del litorale romano, sei cuccioli di lupo. Lo provano le immagini delle videotrappole che li hanno ripresi più volte, sia in fasi di gioco che in compagnia di esemplari adulti. “Dopo la storica prima riproduzione nel 2017, che arrivava dopo un secolo di assenza della specie nella nostra area, anche quest’anno è stata accertata la riproduzione del branco”, si legge sulla pagina fb dell’Oasi. Che però avvisa: “E’ importante ribadire che nel lupo, in media, solo il 50% dei cuccioli arriva al secondo anno di vita, a causa di un elevata mortalità nei primi mesi. E’ così che si regola la dimensioni dei branchi, di dimensioni ben più ridotte durante l’inverno e la primavera successiva alle nascite”.
SONO FIGLI DI UNA NUOVA COPPIA DOMINANTE
Secondo le analisi del dna effettuate dall’Izs di Lazio e Toscana sulle feci del branco la coppia alfa non è più formata da Numa e Aurelia ma il nuovo maschio sarebbe Tullo. “Il cambio di un dominante nel branco può voler dire soltanto una cosa purtroppo: Numa è probabilmente morto durante gli scorsi mesi, e il suo ruolo di riproduttore è stato occupato da un altro maschio solitario in dispersione”, è conclusione degli esperti dell’Oasi Lipu, che si trova a metà strada tra Roma e il mare. “Ora con l’arrivo dell’inverno i lupi hanno abbandonato le aree riproduttive e i cuccioli hanno cominciato a spostarsi con gli adulti. A 7-8 mesi d’età i giovani dell’anno hanno raggiunto già dimensioni simili ai genitori e possono dunque muoversi diversi km ogni notte”.
LA DIETA DEL BRANCO E’ COMPOSTA AL 95% DA CINGHIALE
“Un lupo – ricordano all’Oasi – è in grado di muoversi anche 10-15 km in poche ore, sia per le attività di caccia (ricordiamo che le nostre analisi sugli escrementi dimostrano, ancora oggi, che la dieta di questo branco è composta per quasi il 95% da cinghiale, e che dunque il suo impatto sulla zootecnia è quasi nullo), sia per le normali attività di perlustrazione del territorio (che per un branco di lupi può raggiungere dimensioni anche di 100 kmq)”. Buone notizie, dunque, anche per gli allevatori. (foto tratte dal video sulla pagina fb dell’Oasi)
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