Oltre al divieto di caccia nei quasi 1.400 ettari di terreni incendiati sul Monte Serra (Pisa), come già stabilisce la legge della Regione Toscana in casi simili, ora la giunta regionale ha deliberato il totale divieto di caccia anche in un’area di altri 1.000 ettari adiacente a quella distrutta dalle fiamme partite il 25 settembre. E’ la prima volta che si vieta l’attività venatoria anche nei terreni intorno a quelli andati a fuoco, una specie di “fascia di rispetto” che possa dare modo agli animali superstiti di trovare nuovi ripari e un nuovo habitat dove vivere. Unica deroga, è la caccia agli ungulati che resta vietata nei terreni bruciati ma può continuare, secondo il calendario venatorio, nella nuova fascia di rispetto. “Ci sembrava doveroso salvaguardare la fauna e ci siamo assunti questa responsabilità”, commenta il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Il provvedimento è stato illustrato a Pisa, nella sede della Provincia e della protezione civile, in via Nenni, dall’assessore regionale all’agricoltura e alle foreste, Marco Remaschi. Con lui c’era anche la presidente della Provincia di Pisa Giulia Deidda, sindaci e assessori dei Comuni colpiti. (Ansa, foto dall’account tw di Enrico Rossi)
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LETTERA A 24ZAMPE
Ricevo dalla Dott.ssa Paola Zintu del comitato cittadino “Non Vogliamo Una Toscana Rosso Sangue” la lettera sul tema della caccia sul Monte Serra che pubblico qui sotto. Il comitato raccoglie la voce di circa 300 cittadini.
Alla conferenza stampa dell’Assessore Remaschi avvenuta nella sede della Provincia di Pisa nel pomeriggio del 27 settembre, oltre ad alcuni giornalisti e ai rappresentanti delle associazioni venatorie, erano presenti anche dei cittadini residenti nei comuni interessati dall’incendio. Dopo aver ascoltato le misure messe in atto dalla Regione Toscana, sicuramente apprezzabili e lodabili visto l’enorme impegno economico, oltre all’energia e alla prontezza d’intervento messe in campo per aiutare tutti i cittadini in questo stato di crisi, le cittadine sono volute intervenire per esporre i loro dubbi in merito alla gestione dell’attività venatoria nel territorio colpito dall’incendio. Di seguito le nostre considerazioni in merito. Per prima cosa noi cittadini vogliamo ricordare alle istituzioni che la caccia non è un diritto, ma è una concessione che lo Stato fa ad alcuni cittadini con determinati requisiti in alcune circostanze, di conseguenza, in caso di un’emergenza così importante, di fronte ad un territorio devastato, a cittadini sotto shock che hanno visto la morte negli occhi e dovranno affrontare problemi molto gravi, questa concessione dovrebbe essere revocata favorendo la sicurezza dei cittadini in toto e salvaguardando un ambiente che non può sopportare ulteriore inquinamento e ulteriori stress come la caccia rappresenta. In merito alla concessione della caccia in braccata al cinghiale anche nell’area perimetrale dell’incendio, ci chiediamo se le associazioni venatorie e i nostri politici si rendono conto di quanto i cinghiali possano correre durante questa attività, che crea disagi ai cittadini, movimenta animali creando rischi alla viabilità e al territorio già devastato. Questa modalità di caccia inoltre, rappresentano anche un grave pericolo per tutta l’altra fauna selvatica fuggita dall’incendio e rifugiatasi proprio nelle zone perimetrali. Gli spari sentiti nella mattina del 27 settembre dai cittadini di Calci e di Vicopisano, mentre il fuoco ancora bruciava il monte, hanno creato grande agitazione e molte persone hanno chiamato le forze dell’ordine senza alcun risultato. Allora vorremmo chiedere al Presidente Enrico Rossi di pensare alla maggioranza dei cittadini, quelli che non hanno un fucile ma che stanno vivendo un vero dramma, di pensare al nostro monte e ai territori limitrofi dimostrando che la sicurezza collettiva prevale sull’attività concessa ad alcuni…in queste situazioni, senza se e senza ma, la caccia andrebbe chiusa su tutto il territorio comunale. La priorità sono i cittadini cacciatori o i cittadini in toto e il territorio?
Comitato Cittadino “Non Vogliamo Una Toscana Rosso Sangue”