Parco d’Abruzzo, l’orso è morto per un laringospasmo dovuto alla gastrite

La relazione finale sulle cause della morte di un orso marsicano, avvenuta a Lecce nei Marsi (L’Aquila) il 19 aprile durante operazioni di cattura, conferma quanto anticipato dal Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise all’indomani della necroscopia. Il responsabile del Centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria dell’IZS Lazio e Toscana, sezione Grosseto, Rosario Fico, nella relazione spiega che il decesso è attribuibile a un laringospasmo conseguente a un episodio di rigurgito, avvenuto nella fase di induzione della narcosi; una complicanza letale, favorita da una patologia pregressa. “Con la relazione – dichiara in una nota il presidente del Parco Antonio Carrara – si chiude un capitolo di una vicenda molto dolorosa per il Parco e per quanti hanno a cuore la conservazione dell’orso marsicano. Non ho mai dubitato della correttezza e professionalità del personale coinvolto, ma era necessario fare chiarezza con la verifica di un soggetto terzo come IZS di Grosseto”. “Resta il rammarico – prosegue Carrara – per la perdita dell’orso, resta la necessità di un’opera più intensa per ridurre le cause che possono indurre patologie nell’orso, ma non rimangono ombre sull’operato del Parco. L’orso marsicano ha bisogno della professionalità, passione e tranquillità di chi quotidianamente lavora per la sua conservazione”. In merito alle condizioni di salute dell’orso prima della cattura, “attraverso esame necroscopico e approfondimenti istologici è stato possibile riscontrare due processi patologici cronici – si legge nelle conclusioni della relazione trasmessa al Parco – dermatite granulomatosa cronica e gastrite cronica”. “Per quanto la dermatite cronica possa essere considerata fattore debilitante della salute complessiva dell’orso, non si ritiene possa essere implicata come evento favorente il decesso. Al contrario – prosegue la relazione – la gastrite cronica comporta l’erosione della mucosa protettiva di rivestimento dello stomaco. Questo processo espone l’orso al rischio di un più facile passaggio di agenti batterici o tossine dal contenuto gastrico verso il circolo sanguigno attraverso la mucosa gastrica danneggiata”. (Ansa)