Le autorità della Repubblica Democratica del Congo hanno reso noto che 5 ranger e una guida sono stati uccisi lunedì in un attacco nel Parco nazionale di Virunga. Il parco, che ospita i gorilla di montagna, specie a rischio estinzione, ha confermato la notizia, precisando che un sesto ranger è stato ferito (Cites sul proprio sito parla di 6 ranger morti). Non c’è stata una rivendicazione dell’attentato ma è la strage più drammatica dall’inizio della storia del parco: tutte le vittime erano giovani tra i 22 e i 30 anni. I sospetti vanno su gruppi di ribelli attivi nell’area.
WWF: “IN VENT’ANNI UCCISI DAI BRACCONIERI 175 RANGER”
“Nella difesa del Parco, con una escalation negli ultimi 20 anni, hanno perso la vita 175 ranger – spiega in un comunicato di cordoglio il Wwf -: uomini straordinari che hanno dedicato la loro vita alla difesa di un vero e proprio patrimonio di natura, che accoglie nei propri confini alcuni degli ultimi rarissimi gorilla di montagna”. A Virunga come altrove “sono molti gli interessi economici che si scontrano con la conservazione – prosegue la ong -: il bracconaggio, così come l’uso criminale di altre risorse naturali (la legna delle foreste dei vulcani viene illegalmente trasformata in prezioso carbone) servono a finanziare una criminalità diffusa, spesso collegata agli interessi dei signori della guerra”.
A VIRUNGA VIVONO UN QUARTO DEI GORILLA DI MONTAGNA
Virunga, patrimonio mondiale dell’Unesco, ospita un quarto dei gorilla di montagna ancora in libertà. Questi animali sono cacciati dai bracconieri e il loro habitat è distrutto dalla deforestazione per la produzione di carbonella. Questa attività è gestita dai gruppi di ribelli per finanziare la loro guerriglia. Nel parco di Virunga lavorava per studiare i gorilla la naturalista americana Diane Fossey, uccisa probabilmente da bracconieri nel 1985. La sua vicenda è raccontata nel film “Gorilla nella nebbia” del 1988, con Sigourney Weaver. (foto Cites)