AGGIORNAMENTO DEL 21 MARZO 2018 IN CODA – INTERVISTA A CESARE GALLI, FONDATORE DI AVANTEA
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POST ORIGINALE
Fecondazione in vitro e madre surrogata per salvare la specie del rinoceronte bianco settentrionale, del quale rimangono al mondo soltanto due esemplari, le due femmine Najin e Fatu (foto sopra), in una riserva del Kenya, dopo la morte dell’unico maschio vivente rimasto, Sudan, di cui si è avuta notizia stamattina. E’ il tentativo nel quale sarà coinvolta anche una azienda biotecnologica italiana, la Avantea di Cremona, insieme all’istituto naturalistico IZW di Berlino e al Kenya Wildlife Service. Lo riferisce la ong animalista Wild Aid sul suo sito. Il rinoceronte bianco settentrionale è stato sterminato dai bracconieri fra gli anni Settanta e Ottanta nell’Africa centrale, fra Uganda, Repubblica Centrafricana, Sudan, Ciad e Repubblica Democratica del Congo.
IERI LA MORTE DEL 45ENNE SUDAN
Nel 2009 ne rimanevano solo 4 esemplari, due maschi e due femmine, nello zoo di Dvur Kralové nella Repubblica Ceca. Gli esemplari quell’anno furono trasferiti nella riserva kenyana di Ol Pejeta, sperando che si riproducessero, ma senza successo. Uno dei maschi, Suni, è morto nel 2014, l’altro, Sudan, è morto ieri. Restano solo due femmine di questa specie, Najin (sorella di Sudan) e Fatu, figlia di Najin, entrambe incapaci di riprodursi naturalmente. I ricercatori negli anni hanno congelato lo sperma di vari esemplari di rinoceronte bianco settentrionale, e cercheranno di salvare la specie con la fecondazione artificiale.
UN’AZIENDA ITALIANA NEL PROGETTO
L’intervento del laboratorio di tecnologie avanzate per la riproduzione animale e la ricerca biotecnologica Avantea (azienda cremonese guidata da Cesare Galli che per prima al mondo ha clonato un toro, Galileo, e una cavalla, Prometea) e degli altri, mai provato sui rinoceronti, prevede il prelievo di ovuli dalle due femmine sopravvissute, la fecondazioni di questi con lo sperma congelato e l’impianto degli ovuli fecondati in “madri surrogate”. Queste sono femmine di rinoceronte bianco meridionale, una specie simile che vive in Sudafrica e della quale sono rimasti circa 20mila esemplari. Per finanziare l’operazione è stata lanciata una raccolta di fondi da Ol Pejeta e dallo zoo di Dvur Kralové. Altra possibilità, più semplice tecnicamente, è di fecondare in vitro le femmine meridionali con lo sperma congelato degli esemplari settentrionali, creando degli ibridi che salverebbero almeno parzialmente la specie.
QUANTI SONO I RINOCERONTI
Sono meno di 30.000 i rinoceronti al mondo, suddivisi in cinque specie: 20.000 rinoceronti bianchi meridionali (soprattutto in Sudafrica), 5.000 rinoceronti neri (in Africa meridionale e orientale), 3.500 rinoceronti indiani con un solo corno (in India e Nepal), meno di 100 rinoceronti di Sumatra, 60 rinoceronti di Giava. Lo rende noto la ong animalista Wild Aid sul suo sito. Della specie rinoceronte bianco settentrionale sopravvivono solo due esemplari femmine, nella riserva kenyana di Ol Pejeta. (nelle foto Tony Karumba/Afp, sopra, Najin e Fatu e, sotto, l’attrice Liz Hurley mentre accarezza la “star” Sudan nel 2016)
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AGGIORNAMENTO DI MERCOLEDI’ 21 MARZO 2018 – INTERVISTA A CESARE GALLI
“Stiamo lavorando da anni sui rinoceronti bianchi settentrionali. Le tecniche di fecondazione in vitro non sono mai state applicate per quella specie. Stiamo facendo esprimenti sulla specie simile, il rinoceronte bianco meridionale, negli zoo europei”. Lo annuncia Cesare Galli, il fondatore della Avantea di Cremona, una piccola azienda ad altissima tecnologia, specializzata in riproduzione animale. La Avantea è stata la prima al mondo a clonare un toro, Galileo, e un cavallo, Prometea. A lei si sono rivolti i ricercatori tedeschi dell’Istituto per la fauna selvatica IZW di Berlino per cercare di salvare il rinoceronte bianco settentrionale. Ne rimangono solo due esemplari, due femmine, in una riserva del Kenya. L’ultimo maschio, Sudan, è stato soppresso lunedì perché vecchio e malato. “Lavoriamo con quel poco che è rimasto – spiega Galli -. Abbiamo lo sperma congelato di tre esemplari morti, ma è di cattiva qualità, si può usare solo per la fecondazione in vitro. Abbiamo ancora due femmine, madre e figlia, entrambe infertili”. Galli non esclude di poter ricorrere alla clonazione, ma per ora non è l’ipotesi seguita. “Prendere degli ovuli dalle due femmine del Nord sopravvissute non è impossibile, ma ci vorrebbe l’autorizzazione del Kenya – racconta -. E’ una questione politica, loro vogliono fare l’operazione là. Si sta cercando un accordo per riuscire a portare questi ovuli in Italia e lavorarci”. Gli ovuli dovrebbero poi essere fecondati in vitro e impiantati in femmine di rinoceronte bianco meridionale, che farebbero da madri surrogate. “Ci sono molti esemplari della varietà del Sud negli zoo europei, e questo semplificherebbe l’operazione – spiega Galli -. Stiamo studiando anche come fecondare con lo sperma congelato di esemplari del nord ovuli di esemplari del Sud. In questo modo avremmo degli ibridi, che salverebbero comunque una parte del patrimonio genetico della specie”. (Ansa)