Sull’Arca di Joel Sartore ci sono il gorilla della pianura occidentale, il pappagallo panciarancia, l’elefante, tante testuggini, la gru coronata grigia con il capo di piume che sembra pronta per esibirsi in un varietà. E poi il gobbo rugginoso, che a dispetto del nome è una bellissima papera dal becco azzurro, le giraffe e l’ultima (sì, l’ultima: oggi non esiste più!) femmina di rinoceronte bianco settentrionale. Perchè l’Arca in realtà è una mostra fotografica, varata dal National Geographic per il maestro dell’obiettivo Sartore, che porta a bordo gli animali che non possiamo permetterci di perdere. Si chiama ”Photo Ark – meraviglie del mondo animale” e sbarca oggi all’Auditorium Parco della musica di Roma, dove resta all’ancora fino al 22 aprile. Raccoglie 60 scatti di quella galleria quasi enciclopedica, cui Sartore sta lavorando da 12 anni e nella quale ha già immortalato più di 7.400 specie in cattività in oltre 300 zoo. Inventando quasi un genere, con gli animali ritratti come fossero in uno studio fotografico. L’obbiettivo, ritrarre tutte e 12 mila le specie ospitate in riserve e centri di conservazione, nel ”disperato tentativo – scrive lo stesso fotografo – di fermare, o almeno rallentare, la perdita di biodiversità a livello globale”. Perché quelle ritratte, mammiferi, uccelli, anfibi, pesci o rettili, sono ‘tutte specie in pericolo di estinzione. Come il rinoceronte bianco: quella in foto era l’ultima femmina di 5 esemplari rimasti. Poche settimane dopo è morta, determinando, di fatto, l’estinzione della specie. “Se spariscono questi animali, spariamo anche noi. La biodiversità non è un lusso, ma una necessità. E se stanno scomparendo, la colpa è nostra”, spiegano gli organizzatori. (sopra e sotto, foto Ansa, alcuni scatti in mostra a Roma da oggi al 22 aprile 2018, altre foto qui nella fotogallery del sito del Sole 24 Ore)