Cane Angelo, seviziato e ucciso a Sangineto: chiesta condanna a 16 mesi per i 4 imputati

Un anno e 4 mesi di reclusione ciascuno: é la condanna chiesta dalla pubblica accusa per Giuseppe Liparoto, Nicholas Fusaro, Francesco e Luca Bonanata, i quattro giovani accusati di avere seviziato e ucciso a Sangineto, nel novembre scorso, il cane randagio “Angelo”. La sentenza venerdì della prossima settimana. I quattro giovani il 24 giugno 2016 postarono su fb il video delle sevizie commesse sul cane, appeso a un albero e massacrato a bastonate. Il pm del Tribunale di Paola, davanti al quale si sta celebrando il processo, ha definito il loro gesto “crudele e ingiustificato”, anche in considerazione del fatto che il cane non era mai risultato pericoloso per nessuno. Durante l’udienza, la difesa dei quattri giovani calabresi ha chiesto la “messa alla prova”, che è stata rigettata. Se fosse stata accolta, il processo sarebbe stato sospeso e il reato si sarebbe estinto al termine della misura alternativa disposta dal giudice a carico degli imputati. Soddisfazione dell’Enpa (“Un primo segnale per quanti chiedono giustizia – ha detto la presidente Rocchi -, auspichiamo non siano concesse attenuanti ai quattro”), presente in aula insieme a una trentina di associazioni animaliste. Dopo la camera di consiglio sono state ammesse come parti civili. La sentenza del processo è prevista per il 26 maggio. Un sit in davanti al tribunale di Paola é stato tenuto per l’intera durata dell’udienza su iniziativa dell’associazione “Animalisti italiani”. In aula anche il parlamentare del M5S Paolo Bernini con i suoi avvocati. Della vicenda abbiamo già scritto molte volte, l’ultima qui su 24zampe.

  • Sandro follesa |

    Avrei voluto Salvarti io amore….
    Spero nella giustizia e nel karma per questi 4 vermi

  • Sandro follesa |

    Avrei voluto Salvarti io amore….
    Spero nella giustizia e nel karma per questi 4 vermi

  • Rosanna brambilla |

    La pena dovrebbe essere esemplare ma sopratutto chi abita con tali assassini dovrebbe chiedersi in quale contesto sociale si possano maturare atti del genere e mantenere la guardia alta e usare denuncia e gogna mediatica . Se una comunità sente il peso di un giudizio anche su di sè forse tale crimine potrà essere scongiurato su altri inermi. Il nome di quel Paese sarà per sempre collegato a questa infamia

  • Rosanna brambilla |

    La pena dovrebbe essere esemplare ma sopratutto chi abita con tali assassini dovrebbe chiedersi in quale contesto sociale si possano maturare atti del genere e mantenere la guardia alta e usare denuncia e gogna mediatica . Se una comunità sente il peso di un giudizio anche su di sè forse tale crimine potrà essere scongiurato su altri inermi. Il nome di quel Paese sarà per sempre collegato a questa infamia

  • Carlo |

    Non vorrei vivere in un paese dove gli psicopatici se ne vanno tranquillamente in giro.

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