I vigili urbani di Torre del Benaco, comune veronese sul lago di Garda, hanno inflitto una multa di 157 euro ad un uomo di 44 anni i cui due cani avevano fatto pipì contro un cestino in prossimità di un ristorante. Secondo la polizia municipale, riporta l’Arena, il padrone non ha rispettato l’ordinanza che riguarda i divieti e gli obblighi nei centri abitati e nel centro storico. L’uomo è stato ritenuto colpevole di non aver pulito la sede stradale dopo che i suoi due cani di taglia media hanno urinato contro un cestello. L’ordinanza prevede infatti che la pipì dei cani vada subito diluita con acqua, pena la sanzione amministrativa. Il comune veneto non è l’unico dove vige quest’obbligo. Anche città più grandi hanno adottato ordinanze sindacali che prevedono il lavaggio della cosidetta “deiezione liquida”: come abbiamo scritto su 24zampe, accade a Piacenza e Rieti ma anche a Santa Margherita Ligure, in provincia di Genova, dove si rischiano multe fino a 500 euro per chi non adempie. La questione, del resto, ha una sua dignità, se anche la Corte di cassazione ha ritenuto di occuparsene. Nel 2015 la sentenza n. 7082/2015 ha chiarito che i proprietari di cani che portano a passeggio i propri animali devono “ridurre il più possibile il rischio che questi possano lordare i beni di proprietà di terzi quali i muri di affaccio degli stabili o i mezzi di locomozione ivi parcheggiati” e ha stilato un vademecum. Nel testo della sentenza si legge infatti che “chi conduce il proprio animale domestico sulla pubblica via deve mettere in atto una attenta vigilanza sui comportamenti dell’animale; deve limitarne libertà di movimento in modo che non sia totale (se del caso tenendolo con un guinzaglio); deve intervenire con atteggiamenti tali da farlo desistere – quantomeno nell’immediatezza – dall’azione; nell’impossibilità di vietare al cane di fare pipì è bene portarsi dietro una bottiglietta d’acqua per ripulire. Diversamente, si può imputare al proprietario «sciatteria o imperizia nella conduzione dell’animale», tutte situazioni riconducibili, comunque, «a colpa ma non certo al dolo»”. Se n’è occupata qui sul Sole 24 Ore la collega Francesca Milano. (nella foto sopra la celebre statua di Bruxelles “Dog peeing”)
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