La Brexit degli animali: 8 inglesi su 10 vogliono più benessere negli allevamenti

E’ programmata per mercoledì prossimo, 5 aprile, la prima riunione del Parlamento inglese sulla “Brexit degli animali”. A una settimana dall’attivazione dell’art. 50, che avvia la procedura di distacco dall’Unione Europea, la commissione per l’Energia e l’Ambiente vuole indagare le implicazioni di questa uscita sul benessere degli animali allevati nel Regno Unito. Saranno sentiti brevemente rappresentanti del settore agricolo ed esperti del mondo accademico. “Un’indagine che ha lo scopo di informare il governo, la Camera e l’opinione pubblica sulle sfide e le opportunità per l’Uk di mantenere il ruolo di leader nel benessere degli animali nel contesto della Brexit”, recita con tono formale la convocazione alla riunione. Ma i timori ci sono tutti. Sono state, infatti, le regole europee a consentire a polli e maiali Uk di vedere migliorate le proprie condizioni, bandendo tra il 2012 e il 2013 le gabbie nelle batterie e aumentando gli spazi per le scrofe in allattamento. E decine di altre indicazioni made in Europe hanno reso meno indegna la breve esistenza degli animali allevati, trasportati, macellati in Gran Bretagna. Oggi i risultati di un sondaggio effettuato nel Regno Unito chiedono al governo di proseguire su questa strada, anche se da soli. Più di 8 persone su 10 (81%) vogliono che dopo la Brexit, le leggi sul benessere degli animali siano mantenute o migliorate. Solo il 5% è in disaccordo con questa posizione. Numeri che risultano da un sondaggio commissionato dalla Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals (Rspca), condotto da Tns OnLineBus e riportato da UnaItalia, l’Unione nazionale delle filiere nazionali di carni e uova. “Si tratta di un’occasione unica per il governo britannico per migliorare il benessere degli animali ed eventualmente considerare riconoscimenti agli agricoltori che rispettano standard di benessere più elevati”, ha detto David Bowles, portavoce di Rspca. “Questo sondaggio – continua – invia un messaggio molto forte al governo britannico su come negoziare l’uscita dalla Ue. Ma soprattutto evidenzia il fatto che i consumatori hanno profondamente a cuore l’animal welfare”. Il ministro inglese dell’Agricoltura George Eustice ha già espresso la sua intenzione, una volta fuori dalla Ue, di premiare gli allevatori che adottano livelli di benessere superiori agli standard. Ma Rspca ha anche altre proposte: l’installazione obbligatoria nei macelli di telecamere a circuito chiuso, l’eliminazione dei metodi di macellazione che non utilizzano lo stordimento, l’indicazione delle modalità di allevamento degli animali sull’etichetta dei prodotti, lo stop alle esportazioni di animali vivi e la riduzione dei tempi di trasporto degli animali. Di “Brexit degli animali” avevamo già scritto qui su 24zampe all’indomani del referendum del 23 giugno scorso.