Le associazioni animaliste Lav, Enpa, Lipu, Lac, Lndc, Animalisti italiani e Leidaa hanno inviato ai presidenti delle regioni un decalogo con le principali ragioni in favore della “necessità di proseguire nel percorso di tutela che da 46 anni impone nel nostro Paese il divieto di uccidere anche un solo lupo”. “La deroga, fortemente voluta dal ministro dell’Ambiente, alla rigorosa protezione del lupo che l’Europa ci impone, è una misura ingiusta, sbagliata e pericolosa per le conseguenze che avrebbe sulla popolazione dei lupi, già tanto ridotta”, scrivono gli animalisti. “Una misura fieramente avversata dagli italiani, come dimostra la grande mobilitazione che prosegue in difesa di un animale che è anche simbolo della natura del nostro Paese”. Le associazioni evidenziano come siano già undici i presidenti di Regione ad aver preso posizione contro la possibilità di uccidere i lupi. Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria e Puglia: “uno schieramento di schiacciante maggioranza, che rappresenta più del 70% dei cittadini italiani all’interno della Conferenza delle Regioni e che – concludono – avrà come conseguenza lo stralcio del capitolo III.7 dal Piano Lupo, quello che dispone gli abbattimenti in deroga al regime di protezione imposto dalla Direttiva Habitat”. Il decalogo, che affronta argomenti come l’efficacia degli abbattimenti, lo stato di conservazione della popolazione lupina e il ruolo dei predatori nel contenimento degli ungulati, è consultabile in pdf qui sul sito Lav.
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