“Nei giorni del terremoto si sono spesi fiumi di inchiostro e di parole sulla lealtà dei cani, che hanno lavorato settimane intere senza conoscere fatica né riposo, con l’unico obiettivo di restituire alla vita le persone intrappolate sotto le macerie. Ebbene, oggi, a riflettori spenti, siamo tornati al vecchio, triste e sciagurato andazzo dei cani che sporcano e danno fastidio”. Lo afferma l’Enpa riferendosi alla “recente delibera (48/2017) con cui la giunta di Tolentino, in provincia di Macerata, nelle Marche, stabilisce indistintamente che le famiglie assegnatarie di una casetta del villaggio container non possono tenere animali domestici di piccola, media o grossa taglia”. “Nello stabilire questo assurdo, anacronistico, ingiustificato divieto, la delibera – spiega l’Enpa – fa riferimento a un’ordinanza della Protezione civile finalizzata a contrastare il randagismo nelle aree terremotate ma che nulla dice e nulla proibisce in materia di detenzione di animali d’affezione”. “Mi appello al buonsenso del sindaco, della giunta e di tutto il Consiglio comunale affinché ci possa essere un ripensamento e che non via sia una separazione forzata degli animali dalle loro famiglie. Non voglio credere – dichiara la presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi – che lo straordinario sforzo collettivo di solidarietà di cui tutti noi stiamo dando prova da mesi, possa vedere una pagina così ingloriosa”. (Ansa, nella foto sopra Leo, uno dei cani-simbolo nella fase delle ricerche dopo il terremoto: ha contribuito a salvare molte persone e in seguito ha incontrato Renzi, la Merkel e il Papa)
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