Una mucca e un vitellino sbranati dai lupi, la semina rovinata dai cinghiali: un agricoltore di Caprese Michelangelo, provincia di Arezzo, scrive a Coldiretti per chiedere immediati provvedimenti. “Se non si trovano rapide soluzioni, lasceremo i nostri campi. Non siamo qui per nutrire cinghiali, daini e lupi. Ma per produrre per il mercato e per i cittadini – dice l’imprenditore agricolo Vanni Finocchi, titolare di un’azienda di circa 150 ettari a Caprese, borgo che ha dato i natali a Michelangelo Buonarroti -: la situazione qui è drammatica, soprattutto per i cinghiali. I miei campi sono devastati da loro, ma anche dai daini, con i raccolti di fieno e orzo a reale rischio. I lupi hanno sbranato una vacca e un vitello”. Coldiretti spiega che ogni giorno riceve decine di chiamate dall’aretino. “Noi chiediamo a tutti i livelli istituzionali – spiega Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo – che si possano rendere veramente efficaci gli interventi. Occorre infatti tener presente – insiste Marcelli – che in Toscana la concentrazione di cinghiali e altri ungulati è quattro volte superiore alla media nazionale. E’ la regione europea con il maggior numero di ungulati, inferiori solo ad alcune zone dell’Austria: se ne stimano complessivamente oltre 400mila, con circa 200mila cinghiali e altrettanti caprioli. A questi si aggiungono circa 8mila daini e 4mila cervi”. (Ansa)
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