Preso a calci, bastonato e finito con una pietra in testa dopo un’interminabile agonia: così è stato ucciso il cane Moro a Breno, nei pressi del passo Crocedomini (Brescia), da due allevatori, padre e figlio, il 18 luglio del 2014. Oggi – fa sapere la Lega Anti Vivisezione – è stata emessa la sentenza che assolve gli autori dell’inaudita violenza: il fatto non sussiste, perché i due avrebbero agito per legittima difesa. “Una sentenza che ci lascia sgomenti – commenta Ilaria Innocenti della Lav -. La crudeltà inaudita e documentata dalle fotografie scattate da un escursionista e pubblicate su Brescia Oggi (sopra, dal sito Lav), non trova, a nostro avviso, spiegazione nella tesi della legittima difesa”. L’associazione, che si era costituita parte civile nel procedimento, in attesa di leggere le motivazioni della sentenza chiede da subito al Pm di ricorrere in Appello “affinché una simile violenza non rimanga impunita”, e invita il testimone oculare della “macabra esecuzione”, che scattò le immagini pubblicate sul quotidiano bresciano, “affinché esca dall’anonimato e racconti esattamente come si sono svolti i fatti”. Inoltre, l’uccisione di Moro è avvenuta sotto gli occhi di un minore: “Per un bambino e per un adolescente assistere ad atti di violenza è certamente traumatico e, come dimostrano numerosi studi, può avere delle conseguenze che possono essere costituite anche dallo sviluppo di comportamenti aggressivi e antisociali e, comunque, da una difficoltà nei rapporti con i coetanei e nei rapporti sociali in genere”, conclude la Innocenti
