Enpa su Cop22: “Ancora irrisolto il nodo dell’impatto allevamenti intensivi sul clima”

Per Enpa, tanto alla Conferenza sul clima Cop21 di Parigi di un anno fa quanto alla Cop22 di Marrakech, chiusa ieri, i delegati “hanno chiuso gli occhi di fronte alla questione degli allevamenti intensivi, che pure sono responsabili di una quota enorme dei gas serra immessi atmosfera; una quota compresa, a seconda delle fonti, tra il 18% e il 51% del totale”. A dirlo è Annamaria Procacci, responsabile Protezione animali per fauna selvatica e biodiversità, secondo cui è evidente che continuare a ignorare questo aspetto, “proprio come temiamo stia accadendo a Marrakech, in Marocco, significa depotenziare in modo inaccettabile gli interventi di contrasto al surriscaldamento globale”. Secondo l’Enpa, dunque, se non si comprende appieno che è arrivato il momento di cambiare in modo radicale i nostri stili di vita, a partire dall’alimentazione, potremmo trovarci a combattere una battaglia persa in partenza. Per questo, conclude Procacci, “è fondamentale che ciascuno di noi sia artefice di un cambiamento che lobby e gruppi di pressione osteggiano in nome di profitti miliardari. Dire no alla carne significa non soltanto salvare miliardi di animali da una vita di tormento e sofferenza; significa anche garantire un futuro a tutti noi e al pianeta”. “Moderata soddisfazione” invece per il Wwf. “Il lavoro che doveva essere fatto per far partire nel concreto l’accordo di Parigi è stato fatto, ma soprattutto è stato dato un forte segnale politico che tutti i Paesi sono uniti nel voler andare avanti sulla strada di un cambiamento che è ‘irreversibile’”. Lo afferma Mariagrazia Midulla, responsabile clima & energia del Wwf Italia, dalla Cop22 di Marrakech.