Sono bastati 50 anni, sotto le giuste condizioni, per addomesticare le volpi al punto da poterle vendere come animali da compagnia. L’esperimento, racconta un reportage della Bbc, viene condotto tutt’ora all’Istituto di Citologia e Genetica di Novosibirsk, in Russia, e ha confermato le teorie su come nella storia l’uomo sia riuscito a compiere lo stesso processo su altri animali, a partire dal cane. A ideare l’esperimento è stato Dmitry Belyaev (nella foto sotto), un genetista ormai deceduto, e la sua assistente Lyudmila Trut, che a oltre 80 anni continua a supervisionarlo. Tutto è iniziato con un gruppo di volpi in gabbia, che sono state liberate. Quelle che non sono scappate subito, meno del 10%, sono state scelte come popolazione base e fatte riprodurre. I piccoli sono stati nutriti a mano, e ancora una volta quelli che hanno mostrato meno comportamenti aggressivi o impauriti nei confronti dell’uomo sono stati selezionati per successivi accoppiamenti. Dopo appena quattro generazioni, affermano i ricercatori, sono state notate le prime differenze sostanziali, con gli animali che cercavano il contatto umano, mentre nel corso dei 50 anni le volpi sono diventate indistinguibili da un cane domestico, con comportamenti come lo scondinzolio e l’abbassamento delle orecchie, al punto che l’istituto ha cominciato a venderli per far fronte alle spese della ricerca. “Gli animali sono cambiati anche fisicamente – raccontano i ricercatori -. Le loro gambe si sono accorciate, le teste sono diventate più grandi, e alcune ghiandole sono diventate più attive, con un maggior livello di serotonina nel cervello, che diminuisce i comportamenti aggressivi”. (Ansa)