AGGIORNAMENTO DEL 13 SETTEMBRE 2016 IN CODA – AGGREDITO PERCHE’ DENUNCIA VENDITA CLANDESTINA AGNELLI
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POST ORIGINALE
Gli auguri del vicesidaco di Milano, Anna Scavuzzo, inviato alle comunità islamiche in occasione della Festa del sacrificio, che prevede tra l’altro, lo sgozzamento di animali, scatena le ire di alcune istituzioni, esponenti politici e, come è logico, degli animalisti. La data di oggi coincide, infatti, con il decimo giorno del mese lunare islamico di Dhu al Hijjah, la Festa del sacrificio, una delle più grandi per i fedeli musulmani in cui si celebra la prova superata da Abramo, considerato padre del monoteismo dall’Islam. L’Eid al-Adha celebra il sacrificio di Ismaele, figlio di Abramo, che, secondo il Corano, sarebbe dovuto essere sacrificato dal padre e che venne graziato da Allah, che diede la possibilità ad Abramo di uccidere al suo posto un agnello. Per questo, nei Paesi islamici si usa sacrificare un animale per poi offrirne la carne ai bisognosi. La festa ha un grande valore sotto il profilo caritatevole in quel mondo e molte famiglie che non possono permettersi la carne, la ricevono gratis dai più fortunati. La pratica, da qualche anno, mette comunque in subbuglio il mondo animalista occidentale, che si pone interrogativi di ordine sia compassionevole che igienico-legale. Un decreto legislativo del 1998 prevede che l’animale prima di essere ucciso debba essere privo di coscienza, in modo da evitargli ulteriori sofferenze. Lo stesso decreto, però, concede una deroga alle macellazioni rituali. Secondo un’inchiesta condotta lo scorso anno dall’organizzazione internazionale Animal Equality, il giro d’affari in Italia della cosiddetta macellazione rituale halal, per la religione musulmana e kosher, per quella ebraica, ammonta a circa 5 miliardi di euro. Anche le regole europee sul tema (regolamento 1099/2009) prevedono che l’uccisione dell’animale avvenga solo dopo lo stordimento. La normativa garantisce inoltre agli Stati membri dell’Unione Europea l’autonomia decisionale in tema di deroghe alla legislazione su stordimento e macellazione. Ma in Europa il quadro è eterogeneo: alcuni Paesi vietano la macellazione rituale, altri la permettono, in altri invece è permessa ma non viene concessa deroga allo stordimento. Sono molti, nel nostro paese, ad aver fatto sentire la loro voce e mosso rilievi alla tradizione dello sgozzamento. Vediamo chi. (nella foto Afp/ Issouf Sanogo, animali concentrati in un mercato in Costa d’Avorio)
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COMUNE DI BARI
“Non prevede in alcun modo il coinvolgimento di animali da sacrificare in segno di fede, ma solo il raduno dei partecipanti” ha comunicato il Comune di Bari, che ospita oggi la Festa del sacrificio, all’interno dello Stadio della Vittoria. L’evento religioso è organizzato dalla Sezione pugliese della Comunità Islamica d’Italia – Cidi.
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LAV
“L’augurio è incompleto, il vicesindaco dimentica che di questa festa fa parte anche l’uccisione di animali senza stordimento preventivo”. Così Gianluca Felicetti, presidente della Lega Anti Vivisezione (Lav), interviene sugli auguri mandati dal vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo alle comunità islamiche per la festa del sacrificio, ricorrenza che comprende riti di sgozzamento di animali come ovini, caprini e bovini. “Ci auguriamo – continua Felicetti – che il vicesindaco abbia previsto servizi speciali di monitoraggio dei territori da parte della polizia locale, in modo tale da arginare il più possibile il fenomeno delle macellazioni fai da te. Non lo dice solo la morale, la legge italiana ammette solo macellazioni presso impianti autorizzati”. La Lav da anni chiede che l’Italia segua l’esempio di Paesi come Svizzera e Svezia e vieti sul proprio territorio la macellazione senza stordimento preventivo. “Abbiamo preso atto – spiega il presidente Felicetti – che maggioranze di ogni colore si sono formate senza vietare questa pratica”. Sebbene in disaccordo con qualunque tipo di macellazione animale, per Felicetti “non va vietata per legge la macellazione in sé, ma questa deve avvenire almeno tramite lo stordimento preventivo dell’animale. Questo – conclude Felicetti – dovrebbe essere obbligatorio tanto per i riti, islamici ma anche ebraici, quanto per le macellazioni ad uso familiare di polli e conigli che tutti, nelle campagne ad esempio, possono effettuare legalmente senza stordimento preventivo. Difendere i diritti degli animali non ha nulla a che fare con chi sfrutta il tema solo per alimentare posizioni anti islamiche”.
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ENPA
“Ormai siamo allo sgozzamento di condominio”. Così la presidente nazionale dell’Enpa Carla Rocchi che punta il dito contro le istituzioni “perché lo consentono” e lamenta una mancanza di regole ferree a proposito del rito islamico dell’uccisione degli animali nel giorno della festa del Sacrificio. “Non si alza un dito nel nostro Paese per fermare questa macellazione ‘fai da te’, tra l’altro proibita, sia che venga fatta dagli islamici sia dai nostri superstiti contadini. E’ necessario che lo Stato intervenga”.
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AIDAA
“Ci uniamo agli auguri per la festa religiosa, ma riteniamo gravissimo che una ricorrenza religiosa si trasformi in un massacro di animali e in una festa di morte”. Queste le parole di Lorenzo Croce, presidente di Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente), in riferimento agli auguri mandati dal vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo alle comunità islamiche per la festa del sacrificio, ricorrenza che comprende riti di sgozzamento di animali come ovini, caprini e bovini. “Noi rispettiamo tutte le feste religiose – continua Croce – ma crediamo che nessun dio voglia la morte di qualsiasi essere vivente. Chi uccide in nome di dio, lo bestemmia”. La macellazione religiosa in Italia è permessa solo presso i macelli autorizzati. “Sappiamo tutti – spiega Croce – che ci sono centinaia di famiglie che eseguono questi riti religiosi in maniera clandestina e illegale. Noi chiediamo da anni che questa barbarie venga sostituita con una offerta economica, come è consentito fare dal rituale stesso”. “Riteniamo gravissimo – conclude il presidente di Aidaa – che le autorità milanesi non abbiano previsto un controllo rigoroso delle macellazioni che avvengono in casa. È inammissibile che le istituzioni, subito pronte ad indignarsi di fronte ai maltrattamenti degli animali, restino in silenzio di fronte a questa barbarie”.
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COMUNITA’ DEL MONDO ARABO
“L’uccisione degli agnelli per la festa musulmana fa notizia, ricordo però che ogni giorno vengono macellati degli animali. Tuttavia l’invito alle comunità musulmane è di rispettare le leggi vigenti dello Stato italiano”. A dirlo è Foad Aodi, presidente delle Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai) e del movimento internazionale ‘Uniti per Unire’ riguardo al rito per la festa del Sacrificio. “In Italia abbiamo unito le comunità islamiche combattendo ogni forma di estremismo, abbiamo fatto ordine su questioni inerenti alla fede musulmana nel rispetto delle regole italiane ma ci sono ancora criticità da risolvere”, aggiunge Aodi riferendosi appunto al rito di sacrificare un animale durante la festa musulmana che ricorre oggi.
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LIDAEA
“Tra le prime iniziative del vicesindaco di Milano ci sono, incredibilmente, gli auguri ai fedeli islamici che celebrano la Festa del Sacrificio. Ma i milanesi non la pensano certo come lei: amano gli animali e vogliono vedere rispettati i loro diritti. Infatti non c’è nulla da festeggiare di fronte al crudele massacro di pecore, capre ed altri animali macellati in questa occasione, senza lo stordimento preventivo normalmente praticato nei macelli”. Lo ha detto Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente ed ex ministro di Forza Italia. “Il vicesindaco Scavuzzo – incalza l’ex ministro – potrebbe dedicare il suo zelo a miglior causa, occupandosi dei problemi dei suoi concittadini e non incoraggiando un rito religioso che, per quanto legale se compiuto da operatori autorizzati in stabilimenti autorizzati, resta inaccettabile, perché condanna gli animali ad un’inutile sofferenza, e offende la comune sensibilità degli italiani. “Non dimentichiamo – prosegue Brambilla – che, in occasione della Festa del Sacrificio, case e luoghi pubblici diventano spesso teatro di orribili macellazioni fai-da-te, vietate perfino dalle norme permissive che consentono di uccidere senza stordimento”. “Spiace constatare che – aggiunge – dopo cinque anni di totale assenza di politiche per la tutela degli animali e dei loro diritti, oltre che per rispondere alle esigenze dei tanti cittadini che con loro convivono, ci avviamo verso una stagione ancora più buia con il plauso della nuova giunta al loro sgozzamento”. “La Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente – conclude la deputata di Fi – sta dalla parte degli animali e di chi li rispetta. Perciò continuerà a battersi, in tutte le sedi, per la messa al bando della macellazione rituale”.
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AGGIORNAMENTO DEL 13 SETTEMBRE 2016 – MASSA CARRARA, AGGREDITO PERCHE’ DENUNCIA VENDITA CLANDESTINA AGNELLI
Un consigliere comunale di Forza Italia di Massa ha scritto post contro la macellazione degli agnelli durante la festa musulmana del sacrificio e poche ore dopo è stato aggredito in casa. L’esponente politico ha denunciato tutto alla polizia sostenendo di aver riconosciuto nell’aggressore un pastore e allevatore di ovini che a Massa, secondo lo stesso consigliere anche aggirando le norme, vende i capi a persone di religione islamica. E’ accaduto al consigliere comunale di Forza Italia di Massa Stefano Benedetti, aggredito nella sua abitazione questa mattina intorno alle 12,30: ha ricevuto un pugno in pieno viso, ha raccontato, un vaso in testa, cazzotti nello stomaco e sulla schiena. L’aggressore ha spaccato il vetro di una finestra ed è entrato in casa, costringendo Benedetti a rinchiudersi in bagno per sfuggire alla sua furia. Prima di andarsene ha devastato il salotto del consigliere, che ha già sporto denuncia alla polizia. Benedetti sostiene di aver riconosciuto il suo aggressore, ma sono in corso accertamenti. Nel post di fb il consigliere aveva scritto che durante la festa vengono sgozzati numerosi agnelli, denunciando anche la vendita illegale di questi animali ad opera di un pastore massese. (ANSA)