Choc e indignazione fra gli animalisti in Australia per un esperimento scientifico in cui dei levrieri sono stati soffocati, e poi riportati in vita dopo che il cuore era stato asportato e poi nuovamente impiantato, e infine uccisi ancora. L’esperimento, condotto dall’Università Monash di Melbourne, è stato rivelato da Human Research Australia, che si occupa della protezione degli animali utilizzati per ricerca. E che ha condannato l’esperimento mettendo in dubbio che i ricercatori possano imparare qualcosa che si possa applicare alla chirurgia umana. Nell’esperimento 12 levrieri sono stati uccisi per soffocamento, il cuore è stato loro asportato e poi reimpiantato prima di essere rianimati, monitorati e poco dopo uccisi per eutanasia. I cani erano anestetizzati per l’intero esperimento. La presidente di Human Research Australia, Helen Marston (nella foto), ha condannato l’esperimento, descrivendolo come inutilmente crudele verso gli animali, che di fatto venivano uccisi due volte. “La gente crede che queste cose avvenissero molto tempo fa o in qualche altro paese, ma questi esperimenti accadono qui proprio ora, sotto il nostro naso”, ha denunciato. Già nei mesi scorsi l’università di Melbourne è stata messa all’indice per gli esperimenti sui cani: sei levrieri sani sarebbero stati operati ai denti, tenuti in vita per 3 mesi e poi soppressi con iniezione letale mentre tutta la bocca veniva asportata per ragioni scientifiche. Oppure, in un altro test, quattro cani avrebbero subito l’impianto di viti nel cranio e elettrodi nel cervello. Marston ha osservato che usare levrieri per esperimenti medici “aggiunge al danno la beffa”, visto che i cani provenivano dall’industria delle corse dei levrieri. Corse che saranno messe al bando dal prossimo anno in New South Wales – una decisione che ha sconvolto il settore delle corse e delle scommesse ed è destinata a creare migliaia di cani da corsa ‘in esubero’. La decisione ha fatto seguito a una commissione d’inchiesta che ha denunciato come il settore abbia condonato il massacro di migliaia di cani sani ma non più competitivi e l’uso durante sessioni clandestine di addestramento di esche vive – porcellini, conigli, gatti e opossum – legati a supporti meccanici, inseguiti attorno al circuito e sbranati dai cani.