Contro Yulin lettere e proteste delle associazioni al consolato cinese di Milano

AGGIORNAMENTO DELLE 21.30 – AUMENTA LA PRESSIONE SU PECHINO PER YULIN

A conferma dell’aumento della pressione e dell’imbarazzo su Pechino, il Global Times, costola del Quotidiano del Popolo, organo ufficiale del Partito comunista, ha rimarcato in questi giorni che “mangiare carne di cane non è mai stata in Cina una tradizione popolare” e che la festa di Yulin va considerata come “un caso singolo”. I suoi abitanti, in base ai contenuti dell’editoriale, “devono considerare le conseguenze di questo evento controverso” anche se lo stop “con l’uso della forza, sarebbe una violazione dei diritti umani”.

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POST ORIGINALE

Gli animalisti si schierano con striscioni e cartelli e le foto dello strazio dei cani per avanzare una richiesta al Console della Cina a Milano, la città che ospita la più grande comunità cinese in Italia. Alla signora Wang Dong viene consegnata una lettera firmata da alcune associazioni in cui si chiede l’abolizione del Festival di Yulin, in programma domani nella città della Cina del Sud. Ne abbiamo già scritto qui su 24zampe. “Un tragico massacro a cielo aperto che da circa vent’anni a questa parte viene organizzato per celebrare il solstizio estivo. Solo per questa ricorrenza oltre 10mila cani vengono uccisi in modo efferato: prima ammassati in reti e gabbie, poi vengono bruciati con una fiamma per togliere il pelo e, sempre da vivi, gettati in pentole di acqua bollente. La tradizione vuole che in questo modo la loro carne sia migliore”, recita un comunicato. Che continua: “Il mondo intero si oppone a questa barbarie e nella stessa Cina quest’anno moltissimi cittadini in corteo di protesta hanno chiesto l’abolizione del Festival della carne di cane, che viene tollerato dalla polizia e dai politici locali nonostante sia fuori ogni regola anche dal punto di vista sanitario”.

Anche la presidente di Enpa, Carla Rocchi, ha mandato ieri una lettera all’ambasciatrice cinese nella quale chiede di fermare il festival e ricorda che anche in Cina “sono sempre più numerose le persone sensibili e attente alla tutela degli animali” e che “hanno scelto come loro compagno un cane o un gatto”. La conferma della crescente partecipazione emotiva è in un sondaggio: il 64 per cento dei cinesi intervistati, di età compresa tra i 16 e i 50 anni, ha detto che sosterrebbe la decisione di un bando permanente alla discussa manifestazione, ritenendo inoltre che “la cosa ha danneggiato la reputazione del Paese”. Yulin, piccolo centro della Cina sud-occidentale, è diventato famoso in questi anni per il Festival della carne di cane, evento commerciale durante il quale migliaia di cani e gatti vengono macellati e mangiati. Il 51,7% del campione, che include anche i residenti di Yulin, vorrebbe che il commercio di carne di cane fosse vietato e il 69,5% ha sottolineato di non averne mai mangiata. “Il sondaggio dimostra che qui la gente non mangia carne di cane”, ha detto Qin Xiaona, direttore di una delle organizzazioni animaliste che ha organizzato la ricerca.

Nei giorni scorsi, sono state portate da Peter Li di Hsi davanti alla rappresentanza della città di Yulin a Pechino 11 milioni di firme, raccolte da Humane Society International in Cina. A Hong Kong, ex territorio britannico divenuto cinese solo da pochi anni, la sensibilità verso gli animali domestici ha spinto i governanti, rappresentati dal deputato Michael Tien Puk-sun, a chiedere ai vertici del Congresso nazionale del popolo di chiudere il festival. Nei giorni scorsi alcuni giornali internazionali (come qui) hanno scritto che si sarebbe potuto proibire, per ragioni igieniche, la macellazione in pubblico ma non il consumo di carne di cane in privato. Un passo interpretato da alcuni come il primo verso il cambiamento dello status quo. Alessandro Mosso, presidente di Associazione Animalisti Onlus dichiara: “La protesta vuole essere costruttiva: uccidere è ingiusto e crudele, una alimentazione senza carne è possibile ovunque”. Organizzano la manifestazione  al Consolato della Cina a Milano, in via Benaco 4 dalle ore 14 alle ore 18 di oggi, l’Associazione Animalisti Onlus e le Iene Vegane. Aderiscono: Leal Lega Antivivisezionista, Meta (Movimento Etico Tutela Animali e Ambiente), Riscatto Animale, Amici della Terra Lombardia, Eco Animale, Lav Cremona, Animalisti Genovesi, comuni cittadini e animalisti indipendenti. (nella foto Ap Peter Li, attivista di Humane Society International, manifesta a Pechino contro Yulin)

  • Concetta. Coppola |

    I Cinesi non possono permettersi di infettare il pianeta con le loro errate e disumane abitudini alimentari .Il problema oltre che etico e’ sanitario.La crudelta’ e la stupidita’ primordiale di trattarli con la fiamma ossidrica e cucinarli vivi per ottenere una carne migliore e’inaccettabile .La Comunita’ internazionale non puo’ sottostare a questi Cinesi pericolosi che hanno messo in ginocchio il mondo intero con il Covid e perseverano a metterci a continuo rischio di contagi.Basta bisogna fermare la Cina vuole distruggerci ,e noi sottostiamo.Bisogna boicottarli economicamente

  • Concetta. Coppola |

    I Cinesi non possono permettersi di infettare il pianeta con le loro errate e disumane abitudini alimentari .Il problema oltre che etico e’ sanitario.La crudelta’ e la stupidita’ primordiale di trattarli con la fiamma ossidrica e cucinarli vivi per ottenere una carne migliore e’inaccettabile .La Comunita’ internazionale non puo’ sottostare a questi Cinesi pericolosi che hanno messo in ginocchio il mondo intero con il Covid e perseverano a metterci a continuo rischio di contagi.Basta bisogna fermare la Cina vuole distruggerci ,e noi sottostiamo.Bisogna boicottarli economicamente

  • Antonella |

    L’unico modo è colpirli economicamente perché ragionano solo in funzione del Dio denaro… Vanno minacciati di blocco di tutte le importazioni!!

  • Antonella |

    L’unico modo è colpirli economicamente perché ragionano solo in funzione del Dio denaro… Vanno minacciati di blocco di tutte le importazioni!!

  • Lia Cerasino |

    Non ci sono parole, sono dei mostri. Boicottiamo tutto ciò che è cinese

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