Palestre e tapis roulant con catene dove allenarli, gabbie dove segregarli per aumentare la loro aggressività, farmaci dopanti per renderli più forti: così allevavano molossi destinati ai combattimenti clandestini (nella foto Ansa/Polizia di Stato, uno dei cani e il tappeto utilizzato per allenarli). Pitbull e dogo argentini, tra tutti, destinati ad arene realizzate in ville e casine sparse tra Liguria, basso Piemonte e la provincia di Pavia. Sono 12 gli indagati tra Genova, il Pavese e l’Imperiese, tra questi anche un veterinario che forniva farmaci ai proprietari dei cani e curava gli animali dopo i combattimenti. Scoperti e sequestrati due allevamenti clandestini con molossi, quasi tutti pitbull provenienti dall’est europeo, uno a Vallecrosia (Imperia) con 40 animali e uno a Rea (Pavia) con 38. “Plauso e riconoscenza” sono stati espressi dalla deputata azzurra Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, alla Squadra mobile di Genova e a quella di Imperia, che hanno sgominato una banda dedita ai combattimenti tra cani. “Una delle più orribili e ripugnanti forme di maltrattamento nei confronti degli animali” sottolinea l’ex ministro. Sequestrati medicinali dopanti, panni sporchi di sangue usati per tamponare le ferite, un divaricatore di legno per costringere gli animali a mollare la presa quando addentava il rivale, tabelle di preparazione atletica e farmacologica, medicinali anti-emorragici e materiale sanitario per suturare ferite, siringhe per l’inoculazione dei microchip per l’identificazione canina. L’indagine è partita a novembre da un controllo del commissariato di Ventimiglia sulle alture di Vallecrosia che ha permesso di scoprire un allevamento clandestino di molossi dove molti cani erano senza micro-chip e con evidenti cicatrici. Poi l’indagine arriva a Genova attraverso una confidenza su un imprenditore di Ceranesi, Giuseppe, 33 anni, proprietario di tre pitbull. L’uomo con un passato da violento e vicinanza un tempo ai gruppi naziskin, si vantava di allenare cani da combattimento. I poliziotti decidono di seguirlo e sabato scorso arrivano in un circolo sportivo di Rea e scoprono i combattimenti. L’irruzione scatena il fuggi fuggi. I proprietari della circolo, una coppia, lui 39 anni, addetto alla sicurezza nei locali notturni, lei, 40 anni, casalinga; e i tre ospiti (il genovese, e due quarantenni milanesi), scappano. Fuggono da un tunnel, ma i 5 vengono fermati e denunciati. Trovato uno dei due pitbull impegnati nell’incontro, senza ferite, dell’altro cane non c’è traccia, ma visti gli stracci imbevuti di sangue ritrovati potrebbe essere stato abbattuto e fatto scomparire: è il pitbull del genovese. Non è ancora emerso se sui combattimenti ci fosse un giro di scommesse. I denunciati sono accusati per aver violato il divieto di combattimento tra cani e per maltrattamenti di animali. A indagare è la procura di Pavia.