Giù le mani dai conigli: come i cani e i gatti, sono animali di affezione, vanno tutelati come tali e ne va vietata la macellazione. E’ quanto prevede il disegno di legge depositato a palazzo Madama, prima firmataria Manuela Granaiola (Pd), che viene incontro alle proteste sollevate da associazioni animaliste ma anche all’indignazione di centinaia di migliaia di amanti dei conigli. Sarà l’influenza di Bugs Bunny o del Bianconiglio di “Alice nel paese delle meraviglie”, dei coniglietti di Bambi o di Roger Rabbit (nella foto, Darius, esemplare di coniglio continentale gigante che misura circa 120 cm, con la padrona Annette Edwards). Fatto sta che in Italia i conigli vengono subito dopo i quattrozampe più amati, cani e gatti. Secondo dati forniti da Lav e Animal Equality (che hanno lanciato una petizione per “riconoscerlo”, ne abbiamo scritto qui su 24zampe), ammontano a un milione i conigli nelle case degli italiani, eppure, come si legge nella relazione al ddl, a differenza del cane e del gatto, per il coniglio lo “status di animale d’affezione non è riconosciuto dalla legge, nonostante il legame affettivo tra l’animale e le persone che se ne prendono cura e le indubbie sensibilità, e capacità di provare sentimenti, caratteristiche anche di questa specie”.
COSA PREVEDE IL DISEGNO DI LEGGE
Il primo articolo della legge sancisce il carattere di animale d’affezione del coniglio domestico (“Oryctolagus cuniculus”), il secondo vieta su tutto il territorio nazionale “la macellazione dei conigli, domestici o selvatici, la loro importazione, esportazione o commercializzazione a finalità di macellazione, nonché la vendita e il consumo delle loro carni”, come per cani e gatti secondo la legge del 20 luglio 2004 n.189. L’articolo 3 prevede “la reclusione da quattro mesi a due anni e con la multa da mille a 5mila euro per ciascun animale” allevato, esportato, importato, macellato, commercializzato o sfruttato economicamente. Arresto da tre mesi a un anno o ammenda da 5mla a 100mila euro per “chiunque produce, commercializza, esporta o introduce nel territorio nazionale a qualunque titolo prodotti derivati dalla pelle o dalla pelliccia di coniglio”. Le regioni dovranno istituire un’anagrafe della popolazione di conigli domestici nella Asl e microchipparli.