Nei canili italiani, secondo le stime ufficiali, ci sarebbero circa 750 mila i cani che aspettano di essere adottati, con notevoli costi di gestione per gli enti locali. I controlli sono pochi, l’informazione è scarsa e le politiche e i servizi per gli animali sono ancora troppo disomogenei o addirittura ignorati. La questione randagismo “ha urgente bisogno di un cambio di passo da parte delle istituzioni”, dichiara Rossella Muroni, presidente di Legambiente. Per l’associazione, “solo unendo gli sforzi di tutti i soggetti pubblici e privati e armonizzando le politiche nazionali e locali, si potrà finalmente risolvere una questione economica rilevante e costruire una realtà che rispetti il benessere animale e non sottovaluti l’importanza relazionale e affettiva con gli animali“. Legambiente propone dieci azioni utili a contrastare il fenomeno degli abbandoni e a contribuire alla corretta gestione degli animali d’affezione.
1. Occorre un tavolo nazionale permanente tra Anci, Regioni e Governo, che si riunisca almeno 2 volte all’anno e rendiconti annualmente su azioni, risultati attesi e raggiunti.
2. Serve un accordo Regioni-Governo per passare, entro 12 mesi, dalle attuali 21 banche dati dell’anagrafe animali d’affezione regionali a un’unica Banca dati consultabile online da tutti i cittadini.
3. Ci vuole un accordo Anci-Regioni-Governo per passare entro 12 mesi dall’attuale sistema di scarsi controlli (uno all’anno ogni 6mila cittadini) a un controllo l’anno almeno ogni 600 cittadini, realizzato d’intesa tra polizia locale e servizi veterinari pubblici.
4. Occorre un accordo Anci-Regioni per attivare un sistema nazionale omogeneo ed efficace di sterilizzazione.
5. Serve un piano nazionale Anci su incentivi e facilitazioni per chi adotta cani e gatti.
6. Serve un piano nazionale Anci per chi registra e gestisce le colonie feline sul territorio comunale.
7. Ci vuole un accordo Anci-Regioni-Governo per attivare incentivi a organizzazioni no profit che adottino cani e gatti presenti da almeno due mesi nelle strutture pubbliche o convenzionate.
8. Si chiede anche un accordo Anci-Regioni-Governo con Federazione nazionale degli Ordini veterinari Italiani per attivare incentivi alla sterilizzazione di cani e gatti privati.
9. E’ necessario attivare disincentivi, anche fiscali, per chi detiene cani e gatti non sterilizzati.
10. Serve un accordo Anci-Regioni-Governo per proporre adeguamenti alla normativa nazionale su animali d’affezione che definiscano fonti di finanziamento, procedure omogenee di adozione, istituzione Albo nazionale organizzazioni animal care no-profit e periodo massimo entro cui cura e gestione di cani e gatti non padronali sono sostenuti dalle pubbliche amministrazioni.