Via libera definitivo alla delega sulla riforma della Pubblica amministrazione. Il provvedimento, festeggiato dal premier Matteo Renzi con “un abbraccio agli amici gufi” a voler evidenziare un nuovo passo nel percorso delle riforme strutturali, introduce una serie di novità che, con l’approvazione dei decreti attuativi, hanno l’ambizione di rivoluzionare il rapporto fra Stato e cittadini: dall’apertura degli archivi pubblici via web al silenzio-assenso che impone tempi rapidi per la concessione delle autorizzazioni, fino al numero unico per le emergenze, il 112, al libretto unico per la proprietà e la circolazione delle auto e all’accorpamento del Corpo forestale in un altro corpo di polizia.
E proprio i forestali si sono trovati in manifestazione in mattinata a Roma, in piazza del Pantheon. Il presidio, organizzato dalla sigle sindacali della Forestale, doveva essere la prima tappa di un corteo in direzione Montecitorio “per farci ricevere dai senatori e farci spiegare il loro atteggiamento – spiega Andrea Laganà, segretario nazionale del Sindacato Nazionale Forestale -; ci aspettavamo una risposta diversa dal voto di ieri sera che ha fatto passare l’articolo 8 che sancisce la fine e la soppressione del Cfs”. Ecco il testo: “L’articolo 8, conferisce una delega al Governo per la riorganizzazione dell’amministrazione statale. Uno specifico principio riguarda il riordino delle funzioni di polizia ambientale con la conseguente riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato e il suo eventuale assorbimento in altra Forza di polizia”.
Non avendo, però, ricevuto l’autorizzazione, la manifestazione si è fermata in piazza del Pantheon. Oggetto della rabbia dei forestali scesi in piazza, i senatori e il loro voto, il governo Renzi e lo stesso Comandante Patrone “che vuole far passare il Cfs nell’Arma dei Carabinieri nonostante il parere contrario dei forestali che abbiamo rilevato attraverso un sondaggio interno. La militarizzazione del corpo sarebbe un salto indietro di 60 anni”. Non c’è comunque ancora nessuna certezza sul destino del Cfs “ci sono ancora i decreti attuativi, vedremo in autunno». Certo è che il sindacato continuerà a manifestare «per i nostri diritti che sono i diritti di tutti gli italiani visto che da sempre difendiamo natura, ambiente e agroalimentare”, conclude Laganà.
Per saperne di più sul Corpo Forestale dello Stato, si può anche leggere qui l’inchiesta di Roberto Galullo pubblicata sul Sole 24 Ore del 2 giugno 2015. Le principali associazioni animaliste e ambientaliste – e molti politici, dalla De Petris di Sel a Palozzi di Forza Italia – hanno manifestato la loro solidarietà ai circa 8mila forestali: vediamo in che termini.
ANIMALISTI ITALIANI
Hanno preferito il mare ai boschi: erano davvero in pochi quelli che oggi hanno sfilato in piazza della Rotonda al Pantheon a Roma a difesa del Corpo Forestale dello Stato. Questa mattina gli Animalisti Italiani, unici attivisti presenti alla manifestazione, hanno fatto sentire tutto il proprio dissenso per lo smembramento dell’unica forza di polizia atta a prevenire e reprimere i reati in materia ambientale e agroalimentare. “La Forestale rappresenta l’unico baluardo a tutela di flora e fauna nel nostro Paese – argomenta il presidente degli Animalisti Italiani, Walter Caporale – Accorparla ad altre forze rendera’ vita facile alle lobby degli inquinatori, dei cementificatori, di quei costruttori che ignorano qualsiasi vincolo naturale e paesaggistico, dei cacciatori di frodo della stessa pasta dell’uomo che ha ucciso Cecil e di tutti quelli che non hanno alcuna remora ad ammazzare in modo barbaro elefanti e rinoceronti. Destrutturare il Corpo Forestale significa spegnere i riflettori sulla tutela dell’Ambiente, consentendo a impostori senza scrupoli di compiere indisturbati i propri reati”. Le bandiere degli Animalisti Italiani hanno sventolato fiere al centro di Roma. Tamara Nale, Responsabile romana degli Animalisti Italiani Onlus, ha commentato: “Smembrare la Forestale e’ esso stesso un atto di illegittimita’. Questo corpo si occupa di proteggere l’ambiente, combattere le ecomafie, vigila su quanto accade nella Terra dei Fuochi e contrasta l’importazione di cuccioli di animali dall’Est. Il Corpo di Stato che ogni anno denuncia piu’ di 10mila reati contro l’Ambiente viene ridotto a spezzatino e dato in pasto a chi si nutre di azioni illegali a danno del nostro ecosistema. Quale altro campanello d’allarme occorre aspettare prima di invertire la rotta e capire che la Terra va difesa e non continumente depredata?”. Cosi’ in un comunicato gli Animalisti italiani Onlus.
LIPU
“La scomparsa del Corpo Forestale dello Stato attraverso la frammentazione del suo organico rappresenta sicuramente un regalo agli inquinatori, ai bracconieri, ai costruttori abusivi e a chi froda sull’agroalimentare”. Cosi’ in un comunicato il presidente Lipu-BirdLife Italia Fulvio Mamone Capria a poche ore dall’approvazione del disegno di legge sulla modifica della Pubblica amministrazione. “A fronte di un’emergenza ambientale sempre piu’ grave, e basti pensare alla sola Terra dei Fuochi, il Governo avrebbe dovuto impegnarsi per rafforzare il principale corpo di polizia ambientale presente nel nostro paese al fine di garantire un presidio territoriale costante contro le ecomafie e verso coloro che delinquono ai danni della natura. Invece la riforma della Pubblica amministrazione affida a un destino assai incerto non solo il personale del Corpo forestale dello Stato, ma un patrimonio di conoscenza e di professionalita’ con il piu’ che prevedibile effetto dell’assenza totale di controlli sul rispetto delle leggi in materia ambientale e sulle norme a tutela della fauna e della flora. Con la conseguenza di danni gravissimi alla biodiversita’ e all’ambiente e quindi anche a danno dei cittadini. Con le altre associazioni ambientaliste e animaliste verificheremo le modalita’ d’opposizione giuridica a questa norma insensata e frutto di un’approssimazione senza precedenti”, conclude Mamone Capria.
ENPA
“E’ inconcepibile come si possa rischiare di perdere con tanta leggerezza un preziosissimo patrimonio di competenze e di esperienza, che, maturato in ben due secoli di servizio a presidio del nostro territorio, si e’ sempre dimostrato decisivo nelle azioni di prevenzione e di repressione dei reati contro l’ambiente e gli animali; una delle attivita’ piu’ redditizie della criminalita’ organizzata. Qui non si tratta di sopprimere la Forestale, si tratta invece di valorizzarla”. Cosi’ in un comunicato la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, in occasione del presidio di protesta contro lo scioglimento e il frazionamento del Corpo Forestale dello Stato- presidio cui la Protezione Animali ha dato la propria adesione- svoltosi questa mattina a Roma. “Tengano a mente, tutti coloro i quali sembrano avere fretta di cancellare con un colpo di spugna il Corpo Forestale dello Stato in nome di presunti risparmi, che tale decisione rischia di privare alcuni settori vitali, penso all’agricoltura, all’agroalimentare e naturalmente alla protezione degli animali a tutti i livelli, dei doverosi controlli di legalita’ e di quel fondamentale lavoro di prevenzione dei reati tanto necessari in un Paese come il nostro. E’ inammissibile qualunque misura che si possa tradurre in un regalo ad Ecomafie e Zoomafie”, conclude Rocchi. Enpa aderisce alla petizione su change.org che si può sottoscrivere qui per chiedere di non sciogliere il Corpo Forestale.
GREENPEACE
“Crediamo che il Paese abbia solo da perdere dalla cancellazione di un corpo di polizia specializzato in reati ambientali. Temi come il traffico di rifiuti o il contrasto all’importazione in Italia di legno illegale, questione oggetto di attiva collaborazione tra Greenpeace e Corpo Forestale dello Stato, rischiano ora di perdere l’attenzione che meritano”. Così Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia, sul via libera definitivo al ddl di riforma della Pubblica Amministrazione con cui il governo procede con l’assorbimento delle funzioni di polizia del Corpo Forestale dello Stato in quelle delle altre forze di polizia e delle amministrazioni locali. «Ci saremmo aspettati al contrario il potenziamento, il rafforzamento e l’efficientamento del Corpo Forestale – aggiunge Giannì – La lotta ai crimini ambientali è tra le più importanti sfide per il nostro Paese, nonché di rilevanza internazionale visto che molti dei reati hanno una palese connotazione e dimensione transfrontaliera”.
WWF
“Il rischio che si corre è che serviranno altre disposizioni normative per regolamentarle e che quindi nella migliore delle ipotesi questi servizi rimarranno quantomeno sospesi se non abbandonati. Il provvedimento voluto dal Governo ha due obiettivi dichiarati, tagliare i costi e aumentare l’efficienza. I costi non verranno però ridotti ma rischiano anzi di aumentare: il WWF ha più volte ricordato che il Cfs rappresenta il 3% di tutte le forze di polizia e il 90% del suo costo è per il personale. Il trasferimento dei servizi oggi della Forestale ad altra amministrazione aumenterà i costi, si perderà l’economia di scala oggi garantita”.