La cartina geografica dei reati contro gli animali rappresenta un’Italia a macchia di leopardo, con l’incidenza dei procedimenti che va da nord a sud, da est a ovest, da città grandi a piccole. A tracciarla è il rapporto “Zoomafia 2015”, grazie ai dati pervenuti dalle Procure Ordinarie. Quella con più procedimenti iscritti è Napoli: 239 i procedimenti e 127 gli indagati. Seguono Roma (238 procedimenti e 118 indagati), Cagliari (203 e 148), Verona (178 e 133), Udine (166 e 69), Grosseto (163 e 87), Firenze (163 e 96), Torino (142 e 92), Bergamo (138 e 74), Palermo (136 e 71).
La Lav, però, segnala che non sono pervenuti i dati dalla Procura di Brescia che per anni si è attestata come quella con più procedimenti aperti. Già ieri abbiamo pubblicato su 24zampe i dati del Rapporto Zoomafia 2015 relativi alle tipologie di reato e alla loro diffusione, qui.
A VIBO VALENTIA “DATI ATIPICI”
Un dato che l’associazione definisce «atipico» è quello della Procura di Vibo Valentia, dove non risultano iscritti per l’anno 2014 procedimenti penali per i reati presi in esame. “Appare davvero inverosimile che nell’intero distretto di tale Procura non si siano verificate forme di maltrattamento di animali – commenta l’associazione – è evidente che nel sistema dei controlli qualcosa non funziona”. Seguono Latina con 2 procedimenti e 2 indagati, Lamezia Terme con 7 procedimenti e 3 indagati; Vercelli con 9 procedimenti e 3 indagati; Vallo della Lucania con 11 procedimenti e 3 indagati.
PIU’ REATI DAI MINORENNI
Nessuna Procura presenta procedimenti sopravvenuti nel 2014 per tutti gli otto reati analizzati, al massimo si arriva a 7 su 8: Bolzano, Palermo, Roma e Santa Maria Capua Vetere. Per quanto riguarda i dati delle Procure presso i Tribunali per i Minorenni, si registra un aumento sia dei fascicoli che degli indagati. I procedimenti sopravvenuti nel 2014, riferiti a 26 Procure su un totale di 29, oltre l’89%, sono stati 32 (29 a carico di noti e 3 ignoti) con 41 indagati.
IL “NUMERO OSCURO”
“Il numero dei reati ufficiali – osserva la Lav – rappresenta solo una parte di quelli effettivamente compiuti. Molti reati, infatti, pur essendo stati commessi restano, per motivi vari, nascosti e non vengono registrati”. E’ il cosiddetto “numero oscuro” che varia a seconda del tipo di reato, soprattutto in funzione della sua gravità. “Un altro aspetto da considerare è che in generale sono di più i reati denunciati a carico di ignoti che quelli registrati a carico di autori noti – sottolinea l’associazione – Se si considera poi che, notoriamente, i processi celebrati che arrivano a sentenza sono poco meno del 30%, e di questi solo la metà si concludono con sentenza di condanna, i crimini contro gli animali che di fatto vengono puniti con sentenza sono solo una minima parte rispetto a quelli realmente consumati”. (Kronos)