Rinoceronti, tigri e elefanti salvati dai bracconieri grazie a un “video-cardio-gps”

Un cardiofrequenzimetro, un gps e una videocamera combinati in un unico dispositivo per salvare dai bracconieri rinoceronti, tigri e elefanti. “Uno strumento che monitori il cuore dell’animale potrebbe lanciare un allarme nel momento in cui il cuore smette di battere, segnalando – grazie al gps – la posizione dello stesso con una approssimazione di pochi metri” spiega alla Bloomberg Paul O’Donoghue, responsabile scientifico della Protect, l’azienda britannica che ha progettato il dispositivo Rapid. “I ranger in pochi minuti potrebbero raggiungere il luogo del bracconaggio con un elicottero o via terra, e i responsabili non avrebbero il tempo di asportare corni o zanne e nemmeno di fuggire, se fosse utilizzato il Protect”, dice il suo inventore O’Donoghueanti-poaching-device-rhino (nella foto Hsi, un rinoceronte con la videocamera installata nel corno). In ogni caso, la videocamera riprenderebbe comunque la scena.
Lo scorso anno sono stati uccisi illegalmente in Sudafrica ben 1.215 rinoceronti, la maggior parte nel parco nazionale Kruger, con un incremento record dal 2007 del 9.300%, secondo i dati della Humane society international, che supporta la ricerca della Protect. Attualmente in Sudafrica viene colpito un rinoceronte ogni sei ore. In Tanzania la popolazione di elefanti è scesa del 60% dal 2010 a causa dell’incremento dei casi di bracconaggio. Il numero di tigri in paesi come Vietnam e India è in diminuzione. Protect è pronta a iniziare la sperimentazione della sua invenzione – chiamata Rapid,  (dispositivo intelligente anti bracconaggio in tempo reale) – in alcune delle aree più colpite dal fenomeno della caccia illegale.
“Abbiamo finalmente la tecnologia per prendere i bracconieri con le mani ancora sporche di sangue. Se lo sanno, ci penseranno due volte prima di colpire un altro magnifico rinoceronte” si augura Ricky Gervais, attore britannico e attivista anti bracconaggio. “E’ una possibilità concreta di salvare dall’estinzione le specie più a rischio”.