La ricostruzione della nuova polemica sul Palio di Siena: i cavalli taroccati

Continua a far parlare (male, purtroppo) di sè il Palio di Siena. Dopo le polemiche per la morte della cavalla Periclea, soppressa in seguito alle fratture procuratesi nelle fasi preparatorie della corsa del 2 luglio, di cui abbiamo parlato qui, si apre ora un nuovo capitolo. Un proprietario e un fantino molto noto avrebbero “taroccato” i microchip di tre cavalli da corsa per farli correre in Piazza del Campo. Sono indagati per falso e maltrattamento di animali. Il Comune di Siena si riserva di tutelare l’immagine e l’etica del Palio, la Lav critica e attacca, uno degli accusati si difende. All’origine delle indagini, una lettera inviata al Comune con la richiesta di controllare il dna dei cavalli.

ACCUSE DI FALSO E MALTRATTAMENTO ANIMALI

Queste le accuse: avrebbero rimosso il microchip identificativo di tre cavalli da corsa per spacciarli come anglo-arabi mezzo sangue e poterli così iscrivere all’Albo cavalli protocollo 2015 del Comune di Siena, che consente di essere ammessi al Palio. In realtà si tratterebbe di purosangue inglesi che non possono correre sul tufo di piazza del Campo. Per questo la procura di Siena avrebbe iscritto nel registro degli indagati il fantino Luigi Bruschelli, detto Trecciolino, e Osvaldo Costa, indicato come proprietario dei tre cavalli (ma si difende rivendicando solo la comproprietà di uno di essi).

Il corpo forestale dello Stato ha sequestrato i tre cavalli. Le accuse, secondo quanto appreso, sarebbero di falso e maltrattamento di animali. I cavalli, che non hanno mai corso il Palio di Siena e neppure le batterie di selezione della Tratta, sono stati lasciati in consegna a uno degli indagati. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Aldo Natalini e condotta dal corpo forestale dello Stato, sarebbe partita a seguito dell’ incrocio di dati contenuti nell’anagrafe equina da parte dell’organo preposto del ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (già Unire). Nel corso delle operazioni il personale del ministero ha provveduto a prelevare campioni ematici dai tre cavalli, finalizzati alla successiva effettuazione del test del dna. Le indagini potrebbero ora proseguire per accertare l’esistenza di altri casi simili di “falsificazione” di cavalli.

LA REAZIONE DEL COMUNE DI SIENA

Dura la reazione dell’Amministrazione comunale che oggi ha ricevuto, “in qualità di parte offesa-danneggiata dal reato, la comunicazione del provvedimento di sequestro di tre cavalli”, spiega una nota del Comune che ora sta valutando eventuali azioni legali. “Ove l’accertamento dei reati venisse confermato, si tratterebbe di una grave violazione delle regole, dell’immagine e dell’etica del Palio – continua la nota -, assolutamente contraria agli obiettivi di sicurezza e moralità che la nostra Festa si è data”. Bruschelli è il fantino del Palio di Siena più vittorioso tra quelli in attività con 13 vittorie alle spalle, a una sola dal record di Andrea Degortes detto Aceto che ormai non corre più da quasi 20 anni.

LE CRITICHE DELLA LAV

La Lav, la Lega antivivisezione che non ha mai mancato di criticare il Palio come tutte le altre manifestazioni che sfruttano gli animali, chiede alla magistratura di accertare la verità.  “Siena non è una Repubblica autonoma, la Procura della Repubblica e le forze di polizia facciano il loro dovere e vadano fino in fondo a questa vicenda di falsificazione di cavalli e maltrattamenti. Tutta l’Italia civile li incoraggia”. Così la Lav a commento della notizia dei due indagati e dei tre cavalli sequestrati.

“Ci affibbiano l’etichetta di estremisti vista la nostra contrarietà etica a qualsiasi corsa con animali – commenta la Lav – ora attaccheranno sicuramente anche gli organi dello Stato che non credono alla favola dell’autoregolamentazione di un Palio con veterinari che non sono terzi, e che ha già dimestichezza con le aule di tribunale dato che ha permesso, senza alcun problema, di far gareggiare anche un fantino sotto processo per uccisione di un cavallo nel Palio di Asti e sospeso per dieci anni da quella manifestazione”.

L’ORIGINE DELLE INDAGINI

Una lettera inviata al Comune di Siena con la richiesta ufficiale di attivare accertamenti sul Dna di alcuni cavalli iscritti all’Albo che consente di essere ammessi al Palio. E’ quella scritta dall’associazione di proprietari e allenatori di cavalli di Siena e che, secondo quanto si apprende da fonti vicine all’inchiesta, sarebbe stata all’origine delle indagini della Procura.

La lettera sarebbe stata indirizzata all’amministrazione comunale dopo un incontro, avvenuto nei mesi scorsi, tra associazione e sindaco di Siena Bruno Valentini. Successivamente, in accordo con i veterinari comunali incaricati, da Palazzo Pubblico si sarebbero rivolti al Ministero per le politiche agricole e forestali, titolare dell’anagrafe equina, allo scopo di compiere accertamenti sul Dna dei cavalli iscritti all’Albo.

LA DIFESA DI OSVALDO COSTA

“Completamente estraneo alla vicenda” e “coinvolto in una situazione di questo genere per la prima volta”. Così il proprietario di cavalli Osvaldo Costa in una nota del legale difensore Andrea Manetti in merito all’inchiesta che lo vede indagato dalla Procura di Siena con l’ipotesi di reato di falso e maltrattamento di animali. “Innanzi tutto il signor Costa non è proprietario di tre cavalli” specifica l’avvocato, “ma risulta  comproprietario di un solo cavallo (Romantico Baio) insieme ad altri due soci”.

“Il suddetto cavallo è stato acquistato presso la scuderia di Luigi Bruschelli il 1 febbraio 2014 e presentato come cavallo anglo-arabo mezzosangue nato in Sardegna di nome Romantico Baio come indicato nel libretto segnaletico” spiega ancora il legale di Costa che “figura formalmente proprietario nel libretto segnaletico Unire che prevede l’indicazione di un solo nominativo ma in realtà, come detto, è comproprietario”.

Osvaldo Costa sarebbe venuto a conoscenza ieri “con meraviglia che il cavallo acquistato era stato sostituito con un purosangue dalla notifica degli atti da parte del Corpo Forestale di Siena”. “Osvaldo Costa è più di 30 anni che è proprietario di cavalli – conclude la nota – dal 1982 acquista cavalli, dal 1983 partecipa al Palio di Siena e allo scorso Palio di luglio era presente con due cavalli, Mississippi e Roba-e-Macos”.