La gente vede i dinosauri “in modo del tutto sbagliato”, rappresentandoli come animali “cattivi che usano corna, placche e spine per attacco e difesa. Distruggerò quei miti e mostrerò come i dinosauri fossero invece come gli uccelli di oggi”. A sfatare l’eccesso di mito sull’aggressività dei giganti del passato ed a riabilitarli è il paleontologo statunitense John Jack Horner, della Montana State University, che sottolinea come “le idee del pubblico vengono spesso dai film, ma dovrebbero venire dalla scienza”.
Horner è uno degli ospiti di punta di “Bardature da dinosauro: a cosa servivano”, il brain storm che si tiene oggi a Milano, a palazzo Dugnani, e che vede al centro anche lo Spinosaurus, il gigante perduto del cretaceo. Molti dinosauri avevano corna, placche e rivestimenti di ogni sorta ed a spiegarne i motivi, insieme a Horner, sono il direttore del Museo di Storia Naturale di Milano, Domenico Piraina, e Alesandro Carpana, presidente dell’Associazione Paleontologica Appi, insieme a Cristiano Dal Sasso e Simone Paganuco, curatori della mostra “Spinosaurus. Il gigante perduto del Cretaceo”, in cui sono esposte riproduzioni a grandezza naturale di dinosauri.
Negli ultimi anni, nuovi metodi di studio hanno aiutato i paleontologi a capire molto dello stile di vita di questi animali preistorici, inclusi i misteri del loro aspetto per noi così innaturali, sottolineano gli esperti. Ad aprire i lavori è l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno. L’incontro inaugura così un ciclo di conferenze divulgative che si terranno nella prestigiosa Sala del Tiepolo, a supporto della mostra sullo Spinosaurus, in programma fino al 10 gennaio del 2016. Anche a Roma si tornerà a parlare di dinosauri con Horner, in una conferenza prevista il 30 giugno all’Università la Sapienza.