Il World dog show 2015 in corso a FieraMilano Rho non è solo una gara di bellezza ma anche l’occasione per conoscere dei cani il cui ruolo va ben oltre l’esposizione: terremoti, soccorsi in mare, ricerche di persone scomparse. Sono questi i “ring” sui quali si confrontano gli animali delle Unità cinofile di soccorso, che proprio al Wds2015 hanno dato dimostrazione delle loro capacità. “In media facciamo un centinaio di interventi all’anno in tutta Italia: i nostri volontari addestrano i loro cani a salvare vite umane, attività nelle quali stiamo cercando un continuo affinamento di metodi e di attrezzature, ora anche con l’impiego di Gps applicati agli animali che ci permettono di mappare con precisione le zone esplorate e quelle ancora da verificare”. A dirlo è Bruno Piccinelli, il presidente dell’Unione unità cinofile da soccorso.
I centri di addestramento in Italia sono 140. Tra i quasi 30mila cani campioni di quasi 300 razze, giunti da 68 Paesi diversi per contendersi svariati titoli mondiali al Wds2015, i cani da soccorso in realtà somigliano a degli intrufolati ad un galà di corte. Ma la dozzina di esemplari dell’Ucis hanno conquistato il pubblico. Come il capitano Lucky, un pastore tedesco grigione di otto anni, operativo nel ritrovamento di persone sotto le macerie o disperse nei boschi e in montagna, l’ultimo cane da soccorso ancora in attività tra quelli impegnati dopo il terremoto dell’Aquila nel 2009. Gli altri del gruppetto labrador, golden retriver, un border collie e anche dei meticci, poco affascinanti ma professionali e assai motivati, hanno dimostrato come, insieme agli altri 1.200 cani dell’Ucis divisi in 140 associazioni di volontariato, siano pronti ogni giorno ad aiutare persone in difficoltà.
“Il nostro è un gioco di squadra, non ci sono divi ha precisato Piccinelli – le unità cinofile operano in gruppo e il risultato positivo è merito di tutti”. Per questi cani l’estate è la stagione del lavoro più duro. Tra le altre attività sono pronti a pattugliare anche le spiagge per il soccorso ai bagnanti per il quale sono stati addestrati dei Labrador e dei Terranova. Ma si sta pensando di addestrarne una parte, con tecniche di addestramento nuove, alla ricerca di anziani malati di Alzheimer anche in ambito urbano. “E’ difficile, ma noi pensiamo sia possibile e ci proveremo per rispondere anche a questa emergenza”, dicono i volontari.