L’Europa non è ancora pronta ad abbandonare la sperimentazione sugli animali a fini scientifici, ma a Bruxelles si sta lavorando in questa direzione. Questo il succo della risposta della Commissione europea all’iniziativa popolare ‘Stop vivisection’ (ne avevamo parlato qui), sottoscritta da oltre un milione di cittadini, più della metà in Italia. Reazioni contrapposte da parte della Lav, la Lega antivivisezione, e della senatrice a vita Elena Cattaneo, direttrice del Centro di Ricerche sulle Cellule Staminali dell’Università di Milano. La frenata non soddisfa la Lav, che (qui) accusa “la Commissione Ue di aver avuto paura dei 1.173.130 cittadini, rifiutando oggi la proposta “Stop Vivisection” di abrogare o modificare la direttiva 2010/63 sulla vivisezione”. Invece la senatrice Cattaneo e il fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Silvio Garattini, sono soddisfatti della decisione della Commissione Ue. Secondo Cattaneo ”dà il senso dell’irragionevolezza di una richiesta di blocco della sperimentazione animale che avrebbe fatto precipitare l’Europa in un Medioevo scientifico”.
“L’iniziativa ‘Stop Vivisection’ giunge in un momento di transizione, in cui grazie ai grandi progressi tecnologici l’Europa sta riducendo l’uso della sperimentazione animale; i tempi però non sono ancora maturi per vietarla totalmente e si correrebbe il rischio di far migrare la ricerca biomedica fuori dai nostri confini”, afferma Jyrki Katainen, vicepresidente responsabile per l’occupazione e la competitività. “Lo scopo finale della legislazione dell’Ue è l’abolizione graduale della sperimentazione sugli animali” ha aggiunto il commissario europeo all’ambiente, Karmenu Vella, annunciando “una serie di azioni per far sì che l’uso di metodi alternativi trovi rapida diffusione”.
In una comunicazione ad hoc (qui), Bruxelles spiega che non proporrà di abrogare la direttiva sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, come richiesto dalla petizione, ma che riesaminerà la normativa a tempo dovuto. Nel frattempo la Commissione europea organizzerà entro la fine del 2016 una conferenza che vedrà la partecipazione della comunità scientifica e dei soggetti interessati, dove intende presentare una relazione sullo stato d’avanzamento delle azioni intraprese.
(AGGIORNAMENTO DEL 4.6.5015) Elena Cattaneo, nel commentare la risposta della Commissione europea all’iniziativa popolare Stop Vivisection, sottolinea che ”dopo anni di discussione, l’Unione europea si è dotata di una ragionevole direttiva, la 63 del 2010, che ben regola la sperimentazione animale e valorizza anche i metodi complementari”. L’Italia però, continua, ”ha posto ulteriori limitazioni che, a partire da gennaio 2017, potrebbero relegare il Paese a una ricerca di serie B, perché obbligata a competere con i ricercatori europei e del resto del mondo con le mani legate dietro la schiena, negando la possibilità di contribuire al massimo delle nostre possibilità allo sviluppo della scienza e della medicina in ambito animale e umano”. Che siano trattamenti a base di geni o cellule, la Food and Drug Administration americana, ad esempio, ”richiede espressamente un numero definito di esperimenti condotti su animali e relative misurazioni e risultati, prima di procedere alle autorizzazioni alla sperimentazione umana. Il tempo corre veloce – conclude Cattaneo – ed è opportuno che la scienza e la politica si mobilitino per cambiare le prospettive di ricerca del Paese”.
(AGGIORNAMENTO DEL 5.6.2015) “E’ una vittoria del buonsenso: il Parlamento e il Governo italiani devono ora prenderne atto”, e fare tutto il possibile “per evitare di danneggiare la competitività dei ricercatori italiani”. E’ il commento di Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, al recente pronunciamento della Commissione Europea sulla petizione ‘Stop Vivisection’, che mirava ad abolire del tutto la sperimentazione scientifica sugli animali. In particolare Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione, ha spiegato che “vietare del tutto la sperimentazione animale nell’Unione Europea sarebbe prematuro, e rischierebbe di cacciare fuori dall’Europa la ricerca biomedica”. A questo Garattini ha aggiunto che “la direttiva europea sulla sperimentazione animale non verrà modificata come dichiarato dalla Commissione Europea dopo un confronto svoltosi a seguito delle firme raccolte nella campagna Stop Vivisection. Nella dichiarazione della Commissione si fa giustamente riferimento al fatto che al momento non sussistono alternative alla sperimentazione animale anche se è doveroso fare il possibile per ridurre il numero di animali utilizzati. E’ una vittoria del buon senso! Il Parlamento e il Governo italiani, sui quali pende una procedura di infrazione per aver introdotto elementi restrittivi nel recepimento della direttiva – ha ricordato il farmacologo – devono prenderne atto e ricondurre la legge nazionale allo spirito e alla lettera della direttiva europea per evitare di danneggiare la competitività dei ricercatori italiani”. (Ansa)
(DAL COMUNICATO LAV DEL 5.6.2015) “Non una vittoria del buonsenso – ribatte la Lav – ma un’occasione mancata che avrebbe potuto dare, prima e meglio, le gambe a una ricerca innovativa e portare speranza, non solo agli animali che ogni giorno subiscono violenze e morte nei laboratori, ma anche ai malati che aspettano una cura, e ai cittadini che troppo spesso rimangono delusi da Istituzioni in mano a lobby economiche o di potere”. Questa la replica della LAV alle dichiarazioni di Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, a commento della recente decisione della Commissione Europea che non ha accolto l’Iniziativa Stop Vivisection, per l’abrogazione della Direttiva sulla vivisezione.
“Contrariamente a quanto affermato da Garattini – precisa il comunicato Lav – sull’Italia non pende alcuna procedura d’infrazione per il recepimento restrittivo di tale direttiva UE, infatti, il Diritto comunitario prevede che ogni Stato possa essere più stringente rispetto alle normative europee, cosa che l’Italia ha già fatto in passato, nel recepire anche la precedente direttiva del 1986 in tema di vivisezione”. “Sulla base di questi presupposti e tenendo conto che, come afferma ora chiaramente la stessa Commissione Europea, i metodi sostitutivi vanno promossi e favoriti – prosegue la Lav – chiediamo a Governo e Parlamento di dare seguito agli impegni presi dai Ministri della Salute e della Ricerca con le mozioni approvate in Senato il 5 maggio 2015, per il sostegno concreto alle alternative alla sperimentazione animale”.
“Dal punto di vista comunitario – conclude Lav – unica nota positiva, l’impegno della Commisione Europea ad organizzare una conferenza il prossimo anno su “come compiere ulteriori passi verso l’obiettivo dell’abolizione della sperimentazione animale. La nostra Associazione continuerà a lottare affinché le Istituzioni passino dalle parole ai fatti, fino all’abolizione della vivisezione”.