Moria di api nei campi, la Procura di Udine accusa: “Colpa dei pesticidi neonicotinoidi”

AGGIORNAMENTO DEL 10 OTTOBRE 2018 – GLI AGRICOLTORI PATTEGGIANO PER LA STRAGE DI API

Si è chiusa ieri con 21 patteggiamenti, a 7 mesi e 16 giorni di reclusione e 3.800 euro di multa per ciascun agricoltore, per un totale di 79.800 euro, l’inchiesta della Procura di Udine che ipotizzava l’inquinamento ambientale colposo dopo la moria di api riscontrate nella campagna friulana tra le arnie vicine a campi di mais. L’inchiesta, condotta dal pm Viviana Del Tedesco, contestava ai 21 agricoltori la semina di mais preventivamente conciato con “neonicotinoidi”, prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura come insetticidi e antiparassitari ma il cui impiego è vietato per la concia delle sementi, per i cereali e le colture che attraggono le api. Secondo l’accusa, la moria di insetti pronubi riscontrata nelle indagini “rappresenta un fenomeno capace di alterare in modo irreversibile l’equilibrio ecosistemico sia della fauna (il pronubo muore) sia della flora (se il pronubo non impollina viene impedita la fecondazione e quindi compromessa la riproduzione)”. (Ansa)

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Ci sarebbe l’utilizzo dei “neonicotinoidi”, prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura come insetticidi e antiparassitari ma il cui impiego è vietato per concia delle sementi, cereali e colture che attraggono le api, alla base della moria di api e degli anomali spopolamenti degli alveari, fenomeno a cui si assiste ormai da anni nelle campagne, italiane e internazionali. Lo rileva una indagine avviata due anni fa dalla Procura di Udine e sfociata ora nel sequestro dei campi di mais, 17 fondi agricoli in varie zone della provincia, notificato a 22 indagati, tra proprietari e conduttori dei fondi in cui sarebbero stati utilizzati i prodotti vietati. L’ipotesi di reato è inquinamento ambientale. I neonicotinoidi farebbero infatti perdere l’orientamento alle api che non riescono dunque più a trovare gli alveari.

SOSTANZE GIA’ MESSE AL BANDO DALL’UNIONE EUROPEA

Le sostanze sono state messe al bando nei giorni scorsi anche dall’Unione europea con un voto di cui abbiamo scritto su 24zampe. Il divieto di utilizzo all’aperto sarà applicabile da fine 2018. La Procura da marzo a giugno 2016, ha monitorato 400 arnie vicine a campi di mais nella campagna friulana rilevando che la popolazione delle api da miele era calata da circa 60 mila a 10-20 mila unità. Secondo quanto accertato, le api riuscivano a stento a produrre il miele per il proprio sostentamento, azzerando la commercializzazione del prodotto; è stato al contrario necessario provvedere ad apporti nutrizionali artificiali per evitarne la morte per denutrizione; in alcuni casi sono state trasferite in zone sicure.

LA PROCURA ALLA RICERCA DI UN ALTRO PESTICIDA “KILLER”

L’attività d’indagine, coordinata dal pm Viviana Del Tedesco e delegata al Corpo forestale regionale Noava, avrebbe consentito di accertare l’impiego nelle colture di mais dei prodotti fitosanitari contenenti le sostanze vietate. Il gip del tribunale di Udine Daniele Faleschini Barnaba ha quindi disposto il sequestro dei terreni con l’inibizione a qualsiasi coltivazione comportante l’uso di neonicotinoidi vietati e la distruzione delle colture che le abbiano impiegate. In occasione delle notifiche dei provvedimenti la Procura di Udine ha avviato anche ulteriori accertamenti per verificare l’impiego di un altro pesticida che provocherebbe la morte delle api. L’ipotesi, anche in questo caso, è sempre di inquinamento ambientale. Il fascicolo è al momento a carico di ignoti. (Ansa)