Gli ibis eremita sono orfani: lascia il progetto la “mamma” italiana Rachele, ora piano B

Edotti e abbandonati. E’ successo ai sedici pulcini di ibis eremita che avrebbero dovuto imparare la migrazione attraverso le Alpi seguendo in volo l’italiana Rachele Trevisi e un’altra “mamma” umana, che li avevano imprintati, trascorrendo con loro il primo mese di vita in modo esclusivo. Ma dopo l’abbandono della prima “madre” Milena Klumb, pochi giorni fa, ieri sono rimasti “orfani” anche di Rachele. E questo proprio alla vigilia dei primi voli insieme. La giovane ornitologa mantovana ha improvvisamente abbandonato il progetto sconvolgendo tutti i piani del team di ricerca, adducendo “motivi personali”, come Milena. Per i pulcini però è già scattato un piano B: due mamme umane di un altro gruppo tenteranno di sostituirle nel viaggio da Salisburgo verso la laguna di Orbetello previsto a fine agosto. La notizia arriva dal Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona), partner italiano del progetto “LIFE+ Reason for Hope” promosso dal Waldrappteam. Rachele Trevisi, l’abbiamo scritto qui su 24zampe, è stata la prima italiana a entrare nella squadra di genitori adottivi di ibis eremita che vengono addestrati dall’uomo alla migrazione, con l’obiettivo di riportare in Europa una specie estinta da quattro secoli. Su 24zampe abbiamo scritto più volte del progetto, qui e qui. Non si sa come i 16 pulcini possano accogliere, dal punto di vista della riuscita della migrazione, la doppia brutta notizia: il processo di imprinting, con il quale gli uccelli imparano a fidarsi dell’uomo e a seguirlo in volo, è delicato e ancestrale. In quel primo mese, aveva spiegato Rachele, “gli ibis devono vedere solo noi e non devono vederci interagire con nessun altro al di fuori da questo nido”. È così che si forma quel legame di fiducia fondamentale per la successiva fase di addestramento al volo. Per la nidiata di pulcini si apre ora una fase inedita. “Con loro si cercherà di fare una cosa nuova”, spiega Caterina Spiezio, capo del dipartimento di ricerca e conservazione del Parco Natura Viva: “Si tenterà di sfruttare la socialità di questi animali” per insegnar loro la migrazione al seguito di un altro gruppo di giovani ibis guidato da altre mamme adottive, Anne e Corinna, anche se l’imprinting con l’uomo è stato vanificato dall’abbandono di Rachele e Milena. Anne e Corinna già assistevano 16 uccelli, due giorni fa hanno fatto il primo volo libero in ultraleggero con loro. Nelle prossime tre settimane si saprà quanti dei 32 ibis sarà in grado di cominciare l’addestramento al volo, ovvero chi si dimostrerà reattivo ai richiami dell’uomo e capace di integrarsi nel gruppo per la vera partenza di fine agosto. Il Parco Natura Viva commenta gli eventi con l’ottimismo di chi dedica la vita al mondo della conservazione della natura e agli animali: “Tanto ambizioso è il progetto, tanto impegnative sono le variabili alle quali dover far fronte, e noi vogliamo riportare gli ibis eremita a ripopolare i cieli d’Europa”. L’accaduto è senza dubbio una complicazione del progetto LIFE+ Reason for hope, “ma è anche vero che gli ibis sono estinti in natura e che se l’uomo non ne avesse provocato la scomparsa, loro avrebbero potuto continuare ad imparare la rotta di migrazione dagli esemplari adulti, invece che dalle mamme surrogate. L’alternativa è continuare a ridurre specie animali sull’orlo dell’estinzione. O all’estinzione vera e propria, come nel caso degli Ibis”. (nella foto il volo degli ibis eremita dietro l’ultraleggero)