Il Kenya brucia 105 tonnellate d’avorio contro il bracconaggio di elefanti e rinoceronti

AGGIORNAMENTO DEL 1 MAGGIO 2016

Il Kenya ha bruciato le 105 tonnellate di avorio nel parco nazionale di Nairobi. Nella foto Afp/Carl De Souza, un ranger del Kenya Wildlife Services (KWS) osserva le undici pire di avorio ardere. Il presidente keniota, durante la cerimonia, ha chiesto un bando totale del commercio di questo materiale, definendo “insanguinato” l’avorio che stava bruciando. I roghi sono durati diverse ore, fino alla notte.

AFP_A42ZM

+++

AGGIORNAMENTO DELLE 12.45
Undici enormi falò saranno accesi tra pochi minuti, nel Parco nazionale di Nairobi, per il più grande rogo di «oro bianco» della storia che vuole essere un grido d’allarme e allo stesso tempo un passo concreto contro il bracconaggio di elefanti e rinoceronti. Davanti alle telecamere di tv di tutto il mondo, sullo sfondo della savana, il presidente kényan Uhuru Kenyatta alle 14 (ora del Kenya, un’ora in più rispetto a noi che adesso abbiamo l’ora legale) lancerà il simbolico incendio di una piramide composta di zanne d’elefante e altri ospiti faranno lo stesso con altre dieci torri alte alcuni metri. In tutto, circa 105 tonnellate di zanne e corni, che bruceranno per giorni, mandando in fumo così circa il 5% dello stock mondiale di avorio, accumulato abbattendo quasi settemila pachidermi e centinaia di rinoceronti. L’obiettivo della pubblica cremazione è quello di sensibilizzare e arrivare a bloccare lo sterminio di questi animali – ogni anno i cacciatori di frodo uccidono circa 30mila elefanti – che, sommato alle morti naturali, ne minaccia l’estinzione. “Perdere i nostri elefanti sarebbe come perdere una parte essenziali dell’eredità che abbiamo ricevuto”, ha dichiarato il presidente del Kenya ieri sera, nel corso del vertice internazionale dedicato alla questione, a Nanyuki.
+++
POST ORIGINALE
Centocinque tonnellate di avorio, che sono costate la vita di 6-7mila elefanti, e oltre una tonnellata e mezza di corni di rinoceronte confiscati al mercato illegale vengono bruciati oggi nel Nairobi National Park, in Kenya. È il trentaquattresimo rogo di avorio confiscato e il maggiore mai avvenuto nella storia recente e sono attesi circa mille ospiti per assistere alla cerimonia. L’evento è sostenuto dal Kenya Wildlife Service (KWS) e Stop Ivory, insieme all’Africa Wildlife Foundation, Save the Elephants e molte altre organizzazioni. Il messaggio che si vuole trasmettere è molto chiaro, spiega il Wwf: il traffico illegale di prodotti di natura che nel mondo vale oltre 23 miliardi di dollari l’anno e riguarda avorio, corni, pelli di animali protetti come tigri e scimmie, deve essere contrastato con tutte le forze e soprattutto deve essere scoraggiato l’acquisto di prodotti che provengono dal mercato nero di natura. Eliminare gli stock di avorio confiscato è anche un deterrente contro il possibile commercio illegale di questo materiale intercettato dai controlli e dalle indagini portate avanti dal governo africano. Il Wwf segnala che i branchi di elefanti continuano ad essere decimati dal bracconaggio per il commercio di avorio: ogni anno spariscono sotto i colpi di fucile oltre 30mila elefanti africani, mentre il commercio di corni di rinoceronte sta portando alla rapida estinzione di questi animali. Nella Repubblica Democratica del Congo la popolazione di elefanti è scesa a meno di 20mila capi dai circa 200mila degli anni ’60. Altre aree ‘critiche’ per gli elefanti sono l’Africa centrale, la Tanzania (60% di perdite in 5 anni) e il Mozambico (50% in 5 anni). In più di 50 anni di lavoro il Wwf ha speso quasi 12 miliardi di dollari in 13mila progetti di conservazione. (Ansa, foto Reuters/Thomas Mukoya: nell’immagine, un Masai aiuta a preparare le pire di avorio).