Eurodeputati contro il traffico illegale di cani e gatti

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Contro le “fabbriche di cuccioli” di cani e gatti scendono in campo gli eurodeputati. Basta con i traffici illegali a cavallo dell’Europa. A schierarsi in difesa dei migliori amici dell’uomo e contro le organizzazioni criminali che mettono in piedi i traffici sono i rappresentanti all’Europarlamento, che con una proposta approvata oggi in plenaria hanno chiesto alla Commissione europea di garantire che tutti gli Stati membri riescano a condividere i dati dei nostri amici a quattro zampe dando vita a una sorta di ‘registro Ue’ in luogo di tanti registri nazionali come invece avviene oggi. Sono ormai 126 milioni i cani e gatti presenti nelle famiglie degli europei e la stima è che il mercato illegale dei cuccioli nell’Unione dei 28 sia tanto fiorente da essere il terzo dopo quello di armi e droga. Allevati in condizioni pessime e spesso senza vaccinazioni, poi trasportati stipati nei camion da un Paese all’altro, soprattutto sulla direttrice est-ovest, i casi dei tanti cuccioli vittime dei traffici di bande criminali scuotono l’opinione pubblica per le gravi crudeltà alle quali sono sottoposti e sollevano anche un problema per la salute pubblica (nella foto d’archivio, cuccioli di cane sequestrati). Secondo la tedesca Renate Sommer (Ppe), promotrice dell’iniziativa dell’Europarlamento, “per fermare il traffico illecito bisogna colmare le carenze dell’attuale legislazione” e purtroppo il sistema oggi “rende ancora troppo facile falsificare l’identità degli animali da compagnia”. Per Giulia Moi (M5S), prima firmataria del gruppo Efdd, con questa risoluzione “abbiamo fatto un passo avanti non solo per la protezione del benessere degli animali ma anche per la salute pubblica dei nostri cittadini”. “Gli ultimi dati – ha ricordato Moi – ci dicono infatti che il 70% delle nuove malattie negli esseri umani sono di origine animale“. Soddisfazione della Lav: “E’ un grandissimo risultato. Già dal 2008 chiedevamo che l’Europa si dotasse di sistemi di identificazione e registrazione uguali per tutti i Paesi dell’Unione e una più rigida regolamentazione per la movimentazione degli animali d’affezione”.