Assegnare un premio Nobel speciale agli animali, vittime per secoli della ferocia umana. A chiedere all’Accademia di Svezia che il prestigioso riconoscimento quest’anno venga assegnato, a mo’ di indennizzo riparatore dei tanti torti subiti, a leoni, mucche, cani, tonni, koala & co. è Agenda del Pianeta Terra. Il movimento, infatti, ha inviato al direttore esecutivo della Fondazione Nobel la richiesta di creare, in via eccezionale, un Nobel speciale (inserito eventualmente nel Nobel per la Pace) per l’anno 2016. Il testo dell’appello è consultabile qui nella versione integrale. Apt, promotrice della proposta, è una comunità culturale guidata da Laura Girardello e Giovanni Peroncini, che hanno rappresentato l’Italia nella proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale a Parigi nel 1978 e qualche anno dopo hanno proposto la “Carta 2000”, un più evoluto codice etico che può essere una sintesi della filosofia animalista.
“Fino ad oggi, tranne che per una esigua, ma illuminata minoranza – sottolineano i promotori del riconoscimento – ha dominato la cultura umana un grande pregiudizio: il divario assoluto tra l’uomo e gli animali. In seguito a tale presunta differenza l’uomo ha trattato gli animali come sua proprietà con l’arroganza di un dittatore, con la ferocia di un affamato, con il sadismo o con l’indifferenza, come oggetti di produzione, di commerci, di sfruttamento, trascurando la cultura di ogni specie e di ogni individuo, senza empatia, né compassione per la loro sofferenza o per le loro esigenze, per le loro capacità di amore, di intelligenza, di sentimenti. Un autismo morale, un egocentrismo specifico, fino alla negazione dei loro diritti alla vita e alla libertà”.
E così, sottolinea l’Apt, “rendendo schiavi e oggetti tutti gli animali l’uomo ha fondato il suo progresso sulla loro sofferenza, sul loro sangue e sulla loro morte: animali `feroci´ e `nocivi´, animali miti uccisi per sacrifici, riti, religioni, cibo, oggetti d’uso, trasformati in pellicce, borse, scarpe, materassi, piumini, cuscini, vestiti, sottoposti ai più sadici esperimenti scientifici, commerciali, bellici, spaziali, mangiati più per il piacere del gusto che per necessità di sopravvivenza, cacciati in terra, in aria, in acqua, sparati, fiocinati, squartati, addomesticati e usati come unico mezzo di trasporto, curati e poi abbandonati o ammazzati, rinchiusi nei canili, negli zoo, nei circhi. Tutto questo e molto altro con l’alibi che gli animali siano al servizio dell’uomo”.
“Oggi la cultura umana nella sua evoluzione etica comincia ad accettare le ragioni e i sentimenti degli animalisti”, per questo “un premio Nobel agli animali avrebbe un grande impatto sull’opinione pubblica, sull’evoluzione mentale di chi ancora vive nel buio dell’inciviltà. Il Nobel – conclude l’appello del movimento culturale – ha un grande potere. Questa volta, invece che a una persona o a un’organizzazione di ricerca o di pace, potrà essere conferito simbolicamente alla memoria di miliardi e miliardi di creature torturate e massacrate nei tempi oscuri del passato e potrà avere un significato eccezionale oggi e per il futuro di un ambiente risanato e della pace di tutta la popolazione animale di cui anche l’uomo nuovo fa parte”.