Animali randagi investiti, i danni li paga il gestore della strada

Sono i giorni caldi delle partenze per le vacanze estive. Che la destinazione sia mare, campagna o montagna, si ripresenta un grave problema per gli automobilisti. Da sempre, il periodo centrale dell’estate coincide con il picco di abbandono degli animali domestici che, scaricati sulle strade, costituiscono un serio rischio alla sicurezza della viabilità.
Secondo i dati a disposizione di Legambiente, oggi nello Stivale i “randagi” sono circa 150mila. Per la giurisprudenza è il gestore della strada che deve rifondere eventuali danni a persone o cose provocati dall’investimento di animali.
Un orientamento che è confermato da due recenti pronunciamenti, tornati appunto di attualità con l’acuirsi degli abbandoni. Lo scorso 12 febbraio, la Corte di Cassazione (sentenza numero 2741/15), ha stabilito la responsabilità di un Comune (oltre che dell’Azienda sanitaria competente), per la caduta in città di un centauro provocata da un randagio. Per un investimento avvenuto in autostrada, invece, la Terza Sezione Civile del Tribunale di Taranto (sentenza 8/2015), ha condannato la società di gestione che non aveva provveduto a realizzare un’adeguata protezione delle corsie onde evitare la possibile invasione di animali. In passato, infatti, la Suprema Corte, ha enunciato che la responsabilità è evitabile solo per “caso fortuito” (sentenza numero 11517/2013) ovvero se il gestore della strada dimostra di aver posto in essere tutte le cautele necessarie a scongiurare l’ingresso in carreggiata di animali.
Antonino Morabito, responsabile della tutela della fauna e del benessere animale di Legambiente, riguardo al problema randagismo chiarisce: “Negli ultimi anni il fenomeno si è contratto in valore assoluto. Oggi siamo lontani dai 900mila esemplari abbandonati del 1999 ma la situazione resta critica, anche per i costi che implica”. Il fenomeno non riguarda in genere animali con pedigree: Fabrizio Crivellari, direttore generale dell’Enci (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana), ci tiene a sottolineare che di solito “chi accoglie in casa un cane di razza lo fa dopo una scelta ponderata e prende l’amico a quattro zampe pensando a una vita in comune”.
Per arginare l’abbandono restano importanti le campagne di sensibilizzazione. Carla Rocchi, presidente di quell’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) che solo la settimana scorsa ha lanciato una campagna dal titolo “Chi abbandona si abbandona” – di cui abbiamo dato conto su 24zampe qui – evidenzia comunque l’importanza delle ultime modifiche al Codice della Strada (art. 189 C.d.S, comma 9bis): “Hanno introdotto un importante principio di civiltà: si deve sempre prestare assistenza a un essere vivente riverso sulla strada, in stato di necessità, indipendentemente che sia una persona, un cane, un cervo o un uccello”. (Ansa)