Non è sopravvissuta, nonostante le cure dello staff dell’Area marina protetta e del centro di Primo soccorso di Favignana (Trapani), la tartaruga marina Caretta caretta rinvenuta lo scorso 10 marzo nei pressi di Grotta Perciata, sulla costa sud-est dell’isola. Si era spiaggiata, imbrigliata in un groviglio di nylon e plastica che, attorcigliandosi agli arti anteriori, aveva provocato profonde lesioni. Sin dai primi esami lo staff veterinario del Centro ha accertato che l’esemplare, ribattezzato Ulisse, lungo 60 centimetri e di circa 15 anni d’età, presentava evidenti segni di denutrizione e disidratazione. Le lesioni agli arti anteriori, provocate dal nylon, sono risultate molto profonde, con presenza di tessuti già in necrosi e seri danni alla mobilità degli arti. Dopo alcuni timidi segnali di miglioramento, Ulisse è purtroppo deceduto il 15 marzo. L’Unep (Programma ambiente delle Nazioni Unite) ha stimato che ogni anno circa 6,4 milioni di tonnellate di spazzatura giungono in mare e, di queste, dal 60 all’80 per cento è formato da plastiche di varia origine. La plastica ogni anno causa la morte di centinaia di specie tra uccelli marini, cetacei, pinnipedi e tartarughe marine. «Ulisse è stato ucciso dalla plastica, il killer degli oceani – dice il direttore dell’Amp Stefano Donati -, un problema grave e globale, che può essere affrontato solo con politiche decise anch’esse a scala globale. Ma a far finire la plastica in mare è l’uomo. Anche i singoli gesti possono cambiare le cose». (Kronos)