Il Consiglio metropolitano di Torino ha approvato il “Piano di controllo del colombo sul territorio della Città metropolitana di Torino”, che arriva dopo “una lunga battaglia condotta da Coldiretti Torino per avviare finalmente un contenimento di questa specie che provoca danni enormi anche all’agricoltura”. Lo fa sapere l’associazione. “Ci siamo mossi a fronte all’esasperazione degli agricoltori – ricorda il presidente Bruno Mecca Cici -. Sempre più soci vengono nei nostri uffici di zona a chiedere misure di depopolamento dei piccioni. Sapevamo che il piccione può essere oggetto di contenimento grazie a una sentenza della Corte di Cassazione, che risale al 2004”. La difesa dai piccioni potrà avvenire con metodologie diverse, dalla dissuasione sonora alla cattura, fino all’abbattimento diretto con fucile da caccia. Le carcasse dei piccioni dovranno essere smaltite.
“DANNI PER 5 MILIONI DI EURO”, DICE COLDIRETTI
Tra i metodi di smaltimento consentiti nelle aree di campagna c’è anche il semplice sotterramento sotto 50 centimetri di terreno ad almeno 200 metri di distanza da pozzi e corsi d’acqua. Elaborando i dati contenuti negli studi preliminari che hanno accompagnato la redazione del piano, Coldiretti Torino stima una presenza, su tutto il territorio di pianura e collina della Città metropolitana, di circa 2 milioni e 500mila esemplari di piccione. La stima dei danni al solo comparto agricolo è di una perdita di circa 400mila quintali di cereali, soia, girasole, tra perdite in campo, germogli appena nati, mangimi animali becchettati; per un valore stimato in circa 5 milioni di euro l’anno. Ma per l’allevamento i danni potrebbero essere ancora maggiori, perché il piccione rappresenta una possibile fonte di trasmissioni di patologie o di malattie gastrointestinali nel bestiame nelle stalle.
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